In Uganda l’inquinamento del Nilo mette a rischio la sopravvivenza dei pescatori

La vita in una rete

This photograph taken on October 7, 2022, shows Jowali Kitagenda, 40, casting his net to catch fish ...
15 novembre 2022

C’è tutta la forza della disperazione nella rete lanciata nelle acque del Nilo dall’uomo ritratto in questa foto. Il suo nome è Jowali Kitagenda, ha 40 anni e vive a Jinja, in Uganda. Vive o meglio: sopravvive. La sua attività di pescatore, infatti, essenziale per il suo sostentamento, è messa fortemente a rischio a causa dell’alto grado di inquinamento industriale del fiume che, con i suoi 6.852 km, è considerato il più lungo del mondo. A lanciare l’allarme, già nel 2021, è stato un rapporto dell’Iniziativa per il bacino del Nilo (Nbi): istituito nel febbraio del 1999 e comprendente dieci Paesi rivieraschi — Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Etiopia, Kenya, Rwanda, Sud Sudan, Sudan, Tanzania e Uganda, con l’Eritrea in veste di osservatore —, tale organismo offre un forum per la consultazione e il coordinamento tra gli Stati della regione per la gestione e lo sviluppo sostenibile del bacino del Nilo e delle risorse a esso correlate.

Ebbene: nel suo report, l’Nbi punta il dito contro le norme governative di quei Paesi che consentono ai proprietari di industrie di insediarsi a meno di cento metri dalle rive del Nilo. «La qualità delle acque del fiume è peggiorata a causa della crescita demografica, dell’urbanizzazione, dell’intensificazione agricola e dello sviluppo industriale — si afferma —. Pertanto, c’è un rischio considerevole che l’acqua dolce sia inutilizzabile». Per molte popolazioni di pescatori, ma anche di agricoltori, questo significa l’impossibilità concreta di procurarsi di che vivere per sé stessi e per la propria famiglia. Ma oltre all’Uganda, la piaga dell’inquinamento fluviale riguarda anche l’Egitto: qui, in un tratto del Nilo al centro del Cairo, l’accumulo di rifiuti di plastica ha finito per creare vere “isole” galleggianti di spazzatura che invadono le rive e inquinano le acque. Nel 2019, un’iniziativa di volontariato locale per la consapevolezza ambientale, denominata VeryNile, ha rimosso 11,5 milioni di tonnellate di immondizia in una sola giornata. A dimostrazione che all’uomo riesce, purtroppo, molto bene inquinare, ma anche ripulire. Quando vuole. (isabella piro)