A tavola con Giorgio e Gianni, senza fissa dimora che vivono vicino al Vaticano

Il regalo più grande

 Il regalo più grande  QUO-260
14 novembre 2022

«... Il povero... nelle cui ferite c’è Gesù. L’ha detto Lui. Non dimentichiamolo mai». Con nel cuore queste parole del Papa al termine dell’omelia, la nostra vi Giornata mondiale dei poveri è proseguita a tavola, in famiglia, con ospiti Giorgio e Gianni, entrambi senza fissa dimora, nei pressi del Vaticano.

La proposta della parrocchia di San Gregorio vii ci ha offerto un’occasione indimenticabile di aprirci a persone quasi estranee e la distanza si è sciolta subito. «Guarda a questo nostro incontro pieno di stupore e di fraternità» abbiamo pregato e fra una portata e l’altra aumentava un calore più nutriente del cibo.

Giorgio, solare quarantenne rumeno, è famoso per il suo entusiasta «Buongiorno-buongiorno!». Ama fare lunghi giri in bicicletta e ci mostra orgoglioso le enormi carpe pescate nel Tevere. Gianni, è un romano doc e ha fatto per 40 anni lo chef. Era il nostro segreto, l’abbiamo detto alla cuoca di casa, solo a fine pasto per non intimorirla! Sapevamo avrebbe gradito la stracciatella in brodo e quando l’ha vista si è quasi commosso. Il suo giudizio sulle pietanze è stato generoso, ma ancor più la gratitudine per una giornata diversa dalle altre. Seduti in compagnia, con il desiderio di un dialogo vero, adulti e giovani, senza filtri.

Scambiamo racconti, condividiamo vite; Gianni narra della Roma di quando la tv andava a gettoni e dalla memoria, con pudore, affiorano anche le cicatrici. I nostri figli resterebbero ad ascoltare per ore. Scattiamo una fotografia, poi ci affacciamo al balcone e nubi scure riportano i nostri ospiti alla realtà: se stasera piove serviranno nuovi cartoni per non bagnarsi.

Sulla porta gli occhi di Giorgio si inumidiscono, sussurra: «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» e il dono della sua fede è per chi l’ha accolto il regalo più grande.

di Giovanni M. Capetta