L’arte

Turner e il ruscello

 Turner e il ruscello  QUO-255
08 novembre 2022
Ci volle tempo prima che Il guado del ruscello (1815) di William Turner riscuotesse il plauso di critica e pubblico. Sul quadro, infatti, gravava il giudizio negativo di sir George Beaumont, un critico d’arte molto stimato all’epoca, che definì la tela «debole e simile all’opera di un vecchio, di un uomo che non vedesse o non comprendesse più il colore correttamente». Il dipinto si basa su frammenti di paesaggi del Devonshire, dove l’artista inglese si era recato nel 1813 in compagnia di altri pittori, tra i quali Charles Eastlake e Cyrus Redding. In quella occasione, contrariamente a quanto era solito fare — la sua preferenza era infatti per la notazione rapida a matita — realizzò numerosi schizzi dal vero ad olio, eseguiti con mirabile destrezza. La scena è delimitata ai lati dalla vegetazione, ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati