Nel saluto del vescovo Hinder

Il “grazie” del piccolo gregge

 Il “grazie” del piccolo gregge  QUO-253
05 novembre 2022

Gratitudine: ecco il sentimento che ha voluto esprimere al Papa, al termine della celebrazione della messa, il vescovo Paul Hinder, amministratore apostolico del vicariato apostolico dell’Arabia del Nord. E così, anzitutto, «a nome di tutti i fedeli presenti e di coloro che seguono questa celebrazione per mezzo della televisione», il presule ha ringraziato il Pontefice «per questa visita in Bahrein, che mostra la sollecitudine pastorale per una Chiesa piena di vitalità, anche se minoritaria, in un Paese, la cui estensione non è grande».

«Lei è venuto a noi come successore di Simon Pietro, che ha ricevuto da Gesù Cristo l’incarico di rafforzare la fede dei suoi fratelli e sorelle» ha detto al Pontefice, aggiungendo: «Siamo un piccolo gregge composto da migranti provenienti da tutto il mondo. In questa gioiosa occasione, assicuriamo la nostra preghiera e rinnoviamo la nostra fedeltà».

Come san Francesco d’Assisi, del quale porta il nome, il Papa , ha affermato il vescovo Hinder, «non ha paura di costruire ponti con il mondo musulmano e di mostrare la vicinanza fraterna a tutte le persone di buona volontà, indipendentemente dal loro background culturale e credo religioso».

«Noi cristiani del Medio Oriente — quelli di antica tradizione orientale e quelli che, come migranti, risiedono temporaneamente in questa parte del mondo — cerchiamo di attuare l’invito di san Francesco ai suoi fratelli a “vivere spiritualmente tra i musulmani... per non litigare e (semplicemente) riconoscere che (noi) siamo cristiani”».

Un ringraziamento particolare il vescovo ha poi rivolto «al re del Bahrein, insieme alla famiglia reale e ai membri del Governo», a «tutte le persone delle chiese di Manama e Awali e di altri Paesi della penisola arabica che hanno lavorato alacremente per rendere possibile questa celebrazione» e a «coloro che sono venuti a celebrare con noi — patriarchi, cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, donne e uomini impegnati, da vicino e da lontano, e tutti coloro che nel mondo intero ci hanno seguito a mezzo della televisione».