Nel saluto del re del Bahrein

L’auspicio per un mondo
più giusto e più equilibrato

 L’auspicio per un mondo più giusto  e più equilibrato  QUO-252
04 novembre 2022

Un appello per porre fine alla guerra russo-ucraina e per iniziare negoziati seri tra le parti è stato lanciato dal re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa, nel saluto rivolto a Papa Francesco durante l’incontro con le autorità del Paese. Il regno, ha assicurato il sovrano, «è pronto a svolgere qualsiasi ruolo in questo ambito».

I partenariati internazionali, ha aggiunto, «daranno indubbiamente il loro contributo per spingere le superpotenze a rivedere e rinnovare i loro impegni per tutelare la sicurezza e la pace mondiale». Ciò per evitare «l’escalation e lo scontro e per reindirizzare gli sforzi internazionali», facendo fronte alle «ideologie estremiste e lavorando insieme nel risolvere qualsiasi questione politica, economica, sociale da un punto di vista umano e inclusivo», che prenda in considerazione la salvaguardia degli interessi mondiali, il bene dell’uomo e la stabilità dell’umanità». Tutto ciò richiede «di rinnovare e migliorare l’ordine mondiale affinché possa diventare più giusto, più equo, più equilibrato nei confronti di tutte le nazioni e tutti i popoli».

Il Bahrein, ha detto il sovrano, è «terra di convivenza tra i seguaci delle diverse religioni», dove si fruisce «della libertà di esercitare il proprio credo e di costruzione dei luoghi di culto, in un clima di amicizia, sintonia, e riconoscimento reciproco». Una realtà, ha aggiunto, che il regno «ha sempre tutelato per garantire la stabilità sociale e la civiltà umana».

A questo proposito, il re ha ricordato una delle iniziative lanciate dal Paese qualche anno fa per sostenere gli sforzi di pace nel mondo: la Dichiarazione del regno del Bahrein. È un documento che chiama «alla diversità, respinge la discriminazione religiosa e condanna la violenza e l’incitamento». Questo testo ha come finalità quella di «consolidare le nostre posizioni comuni a favore di un mondo governato dalla tolleranza, dove si lotta per la pace». Un mondo che respinge «tutto ciò che minaccia la sua unità e il progresso della civiltà, che deve rimanere il motto più importante e la prova più grande della nostra unità umana».

Il regno del Bahrein, ha spiegato il sovrano, cerca «di dare un contributo efficace per raggiungere questi nobili obiettivi per il bene dell’umanità e della fratellanza umana». Inoltre, ribadisce sempre «l’importanza del partenariato mondiale che si basa sul dialogo diplomatico e i mezzi pacifici capaci di porre fine alle guerre e ai conflitti».

Infatti, il regno si è avviato «sulla strada della fratellanza, la comprensione, il rispetto della sovranità degli Stati e del buon vicinato e la non ingerenza negli affari interni». Pertanto il re ha chiesto «alle grandi nazioni di operare per tutelare la sicurezza e la pace internazionali».

Il Bahrein, ha evidenziato ancora il sovrano, «gode di una esperienza antica, e noi andiamo fieri del suo capitale umano e culturale». Le radici della «civiltà risalgono a più di cinquemila anni fa»: allora fu «un punto di incontro di tante civiltà mondiali, quando collegò l’Oriente con l’Occidente», dove si svilupparono «il commercio e tanti altri mestieri, dove il clima aperto e tollerante abbracciò le diverse culture e religioni, con grande amore ed accoglienza».

Il sovrano ha dato il benvenuto al Pontefice a nome di tutta la popolazione del Bahrein, come ospite d’onore. Ha anche espresso il plauso per questa visita storica «nella terra delle antiche civiltà millenarie, nel Paese della tolleranza, della convivenza e della pace».