Sei navi sono salpate dai porti ucraini dopo il rientro di Mosca nell’intesa

Riparte l’accordo sull’export dei cereali

FILE PHOTO: Zante, a cargo vessel carrying Ukrainian grain, transits Bosphorus, in Istanbul, Turkey ...
03 novembre 2022

Kiev, 3. Sei navi cariche di prodotti agricoli sono salpate questa mattina dai porti ucraini del Mar Nero, a conferma dell’effettivo ripristino dell’accordo sull’export dei cereali. Il ritorno di Mosca all’intesa, dopo la sospensione di quattro giorni per gli attacchi subiti dalle navi russe a largo di Sebastopoli, è stato favorito dalla mediazione della Turchia e il presidente, Recep Tayyip Erdoğan, ha potuto annunciare per primo ieri l’importante risultato.

Da Kiev il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha parlato di «un risultato diplomatico significativo per il nostro Paese e per il mondo intero», osservando che «il ricatto russo non ha portato a nulla». Mentre dal Cremlino il presidente russo, Vladimir Putin, ha precisato che la Russia si riserva il diritto di lasciare l’accordo sul grano in caso della «violazione delle garanzie» sul divieto di uso a scopi militari dei corridoi sicuri del grano.

Sul terreno proseguono intanto i bombardamenti: esplosioni hanno scosso nella notte la città ucraina di Nikopol, nella regione di Dnepropetrovsk, mentre a Kryvyi Rih, sempre nell’Ucraina meridionale, è stato colpito un impianto energetico. E la centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata completamente scollegata dalla rete ucraina dell’energia elettrica dopo che i bombardamenti russi di ieri avevano interrotto le ultime due linee elettriche ad alta tensione che collegano l’impianto. Le autorità filo-russe hanno inoltre annunciato che sono iniziati i lavori per integrare la centrale di Zaporizhzhia nella giurisdizione dell’operatore russo del nucleare Rosenergoatom.

L’ombra della minaccia nucleare, intanto, continua a spaventare il mondo. Il «New York Times», citando fonti di intelligence statunitensi, riferisce che i vertici militari russi avrebbero discusso a metà ottobre sul possibile uso di armi nucleari tattiche in Ucraina. Dal Cremlino hanno risposto parlando di «rigorosa inammissibilità» di una guerra nucleare. Tuttavia il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, ha precisato che Washington è sempre più preoccupata dall’eventuale uso di armi nucleari, anche se «non c’è nessun segnale che la Russia si stia preparando a usarle» contro l’Ucraina.