L’arrivo nel primo pomeriggio ad Awali per il suo 39° viaggio apostolico

Papa Francesco è in Bahrein

 Papa Francesco è in Bahrein  QUO-251
03 novembre 2022

Accolto dal re  il Pontefice inizia una visita all’insegna del dialogo con l’islam


«Un viaggio interessante, ci farà pensare e dare belle notizie». Sul volo che da Roma lo ha portato ad Awali, il Papa ha confidato ai 66 giornalisti che lo accompagnano le proprie aspettative per questa sua 39a visita internazionale, prima di un Pontefice in Bahrein, dov’è giunto nel pomeriggio di oggi.

Un’ora circa dopo il decollo, avvenuto alle 9.46, appoggiandosi al bastone Francesco si è recato nella zona dell’aereo riservata agli operatori dei media accreditati. Dopo averli ringraziati per il loro lavoro, li ha invitati a raggiungerlo uno alla volta, perché a causa del dolore al ginocchio non ha potuto compiere il consueto giro tra cronisti, cameramen e fotografi. «Io vorrei salutarvi — ha detto dal microfono stando in piedi — ma il problema è che oggi sono molto dolorante e non me la sento di fare il giro, ma sarebbe un piacere se lo faceste voi. Vi saluto qui», ha aggiunto sedendosi.

Nella circostanza la compagnia Ita Airways ha organizzato un volo a impatto zero Co2, all’insegna della sostenibilità ambientale, uno dei temi cari al magistero di Papa Bergoglio, che ha iniziato oggi la visita di quattro giorni nel piccolo Stato insulare del Golfo, il cui nome evoca “due mari”, ovvero le acque dolci delle sue sorgenti sottomarine e quelle salmastre che lo circondano.

Francesco è tornato nella regione araba, dopo essere stato ad Abu Dhabi nel 2019, per proseguire nel dialogo con l’islam: sia quello sunnita — di cui è espressione la dinastia regnante — sia quello sciita della maggioranza della popolazione bahrenita, che supera di poco il milione e mezzo di persone.

Ed è significativo che ciò avvenga a stretto giro di posta dalla precedente visita, nel settembre scorso, in Kazakhstan. Ora sono infatti una decina i Paesi a maggioranza musulmana da lui toccati tra il 2014 e il 2022. Nonostante i problemi di deambulazione che lo affliggono, è la quarta volta quest’anno che il Pontefice compie un viaggio all’estero. E dall’Europa, in cui è in atto una guerra, quella nella martoriata Ucraina, raggiunge un’area ad alta tensione, se si pensa a quanto sta accadendo nel vicino Iran, segnato dalle proteste dei giovani a seguito dell’uccisione di una loro coetanea colpevole di aver indossato il velo in modo scorretto.

Dopo essere stato scortato da jet militari durante il sorvolo della Giordania, come atto di omaggio da parte del re hascemita Abd Allah ii, il velivolo papale è atterrato in Bahrein alle 16.36 locali, mentre il sole iniziava a tramontare, nella “Sakhir Air Base” di Awali, fermandosi nella piazzola riservata al cerimoniale.

Dalla base aerea, dopo l’accoglienza da parte della famiglia regnante, in automobile il Pontefice si è poi diretto ad Awali, dove sorge il complesso del Palazzo reale, per la visita di cortesia al sovrano e il successivo appuntamento con le autorità civili e diplomatiche del Paese, durante il quale è in programma il primo discorso.

In una zona desertica è stata edificata quest’area residenziale, in cui Francesco soggiornerà fino al 6 novembre. Si tratta di una vera e propria oasi abitativa per la nuova comunità internazionale di specialisti del petrolio e lavoratori insediatisi con la scoperta dei giacimenti a partire dagli anni Trenta del secolo scorso. Un’urbanistica ispirata alle città-giardino di stampo europeo, architettonicamente lontana dai tradizionali insediamenti locali, caratterizza questo piccolo comune sito nel cuore del Bahrein, su un altopiano distante appena 30 chilometri dalla capitale Manama.

In questa terra antica, tra pozzi petroliferi e raffinerie, tra mare e deserti, avveniristici grattacieli ed esotici suk, dove genti di varie etnie formano un originale mosaico di razze e di culture, la metà della popolazione è straniera, per lo più immigrati da India e Filippine, che costituiscono la spina dorsale del piccolo gregge di cattolici del Paese: 80mila secondo alcune stime, il doppio secondo altre. E in questo crocevia del commercio tra oriente e occidente, abitato ininterrottamente da 4.500 anni — che conserva un innato spirito di ospitalità e accoglienza — l’attuale sovrano ha introdotto una serie di riforme culminate nel 2002 con la nuova Costituzione, che ha trasformato in monarchia l’antico emirato e concesso il voto alle donne. E sebbene alcune organizzazioni impegnate sul fronte dei diritti umani critichino il Governo, va anche registrato che qui si è svolta nel 2014 una conferenza internazionale sulle civiltà a servizio dell’umanità, in cui venne adottata la cosiddetta Dichiarazione del Regno del Bahrein, contenente inviti alla promozione del dialogo, al servizio della pace e del pluralismo.

Un’aspirazione rappresentata anche dal logo di questa visita papale, costituito dalle bandiere del Regno e della Santa Sede, che assumono la forma stilizzata di due mani aperte, a simboleggiare l’impegno dei popoli e delle nazioni a incontrarsi senza pregiudizi. E poiché il frutto dell’incontro fraterno è la pace, un ramo d’ulivo è raffigurato al centro dell’immagine fortemente evocativa del viaggio di Francesco, giunto in Bahrein come seminatore di pace, nello spirito dell’enciclica Fratelli tutti.

dal nostro inviato
Gianluca Biccini