Una Giornata che arriva da lontano

 Una Giornata che arriva da lontano   ODS-004
05 novembre 2022

Se mai un giorno io dovessi partecipare a un gioco a quiz e se mai il conduttore mi dovesse chiedere: «Quando è nata la Giornata mondiale dei poveri?», confesso che mi troverei un po’ in difficoltà. Perché la risposta è più articolata, più complessa di una semplice data da citare. Mi spiego: ufficialmente, la Giornata — che quest’anno giunge alla sesta edizione — è stata istituita da Papa Francesco il 20 novembre 2016, Solennità di Cristo Re dell’Universo, con la Lettera apostolica Misericordia et misera, diffusa al termine del Giubileo straordinario della misericordia. «Come ulteriore segno concreto di questo Anno Santo straordinario — scrive il Pontefice in tale documento —, ho intuito come si debba celebrare in tutta la Chiesa, nella ricorrenza della xxxiii Domenica del tempo ordinario, la Giornata mondiale dei poveri. (…) Sarà una Giornata che aiuterà le comunità e ciascun battezzato a riflettere su come la povertà stia al cuore del Vangelo e sul fatto che, fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa (cfr Lc 16,19-21), non potrà esserci giustizia né pace sociale».

Fin qui, tutto chiaro. Però, c’è da fare un passo indietro rispetto a quella Lettera apostolica. Un passo breve, perché si tratta di andare, con la memoria, all’11 novembre 2016: quel giorno, in Aula Paolo vi , si tiene il Giubileo delle persone socialmente escluse e quattromila uomini e donne senza fissa dimora incontrano Papa Francesco, gli raccontano la loro vita, pregano insieme a lui. Un’immagine soprattutto racchiude l’intensità di quel momento: è quella che ritrae il Pontefice in preghiera, attorniato da alcuni clochard che gli pongono le mani sulle spalle e su un braccio, in segno di vicinanza e partecipazione.

Ma di quel momento resta anche un suggerimento presentato al Pontefice: «Santità, non potrebbe istituire una Giornata mondiale dei poveri?». A parlare è Étienne Villemain, fondatore nel 2010 dell’Associazione Lazare, dedita alla solidarietà nei confronti dei senza fissa dimora. Anche lui è presente in Aula Paolo vi , per accompagnare alcuni suoi amici poveri. Il Papa ascolta le sue parole, sorride. Due giorni dopo, il 13 novembre, nella Basilica di San Pietro, Francesco presiede la Messa conclusiva del Giubileo delle persone socialmente escluse. E nel pronunciare l’omelia dice: «Vorrei che oggi fosse la “Giornata dei poveri”». Una settimana dopo, il 20 novembre, quel desidero diventa realtà e la ricorrenza viene istituita ufficialmente.

L’intenzione del Santo Padre non è meramente celebrativa, anzi: egli desidera che la Giornata offra a tutti la possibilità concreta di comprendere fino in fondo la povertà intesa in senso evangelico. Basta rileggere anche solo i titoli dei Messaggi scritti da Francesco in occasione di tale ricorrenza: Non amiamo a parole ma con i fatti (2017); Questo povero grida e il Signore lo ascolta (2018); La speranza dei poveri non sarà mai delusa (2019); Tendi la tua mano al povero (2020); I poveri li avete sempre con voi (2021); Gesù Cristo si è fatto povero per voi (2022). È evidente l’urgente concretezza dell’azione, dettata dai tempi verbali, nonché il richiamo diretto a ciascuno di noi, perché amare i poveri significa amare il Vangelo.

In sostanza, il Papa chiede un approccio differente alla povertà, così da provocare «una progettualità creativa, che consenta di accrescere la libertà effettiva di poter realizzare l’esistenza con le capacità proprie di ogni persona». Infatti, «se i poveri sono messi ai margini, come se fossero i colpevoli della loro condizione, allora il concetto stesso di democrazia è messo in crisi e ogni politica sociale diventa fallimentare». Al contrario, «servire con efficacia i poveri provoca all’azione e permette di trovare le forme più adeguate per risollevare e promuovere questa parte di umanità troppe volte anonima e afona, ma con impresso in sé il volto del Salvatore che chiede aiuto». (Messaggio per la Giornata mondiale dei poveri, 2021).

Allora possiamo dire che la Giornata mondiale dei poveri è nata l’11 novembre 2016? Beh… non proprio. Perché il suggerimento presentato da Étienne Villemain a Papa Francesco ci richiama alla memoria un altro suggerimento, ben noto. È lo stesso Pontefice a raccontarlo, il 16 marzo 2013, durante un incontro con i rappresentanti dei mass-media tre giorni dopo la sua elezione al soglio di Pietro: «Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes — dice il Pontefice —: un grande amico, un grande amico! E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri».

Ecco, allora, la vera origine della Giornata mondiale dei poveri: il cuore del Papa, il cuore di colui che, in fondo, ha scelto di chiamarsi Francesco in onore di San Francesco d’Assisi, «l’uomo della povertà».

di Isabella Piro