Con lo sguardo del buon samaritano L’arcivescovo Fisichella illustra le iniziative per il 13 novembre

Rendere visibile la solidarietà

SS. Francesco - Visita al presidio sanitario in Piazza San Pietro   16-11-2018
05 novembre 2022

«I poveri non hanno confini, i poveri hanno un volto che porta i segni della povertà». È una luce nuova quella che getta monsignor Rino Fisichella, già presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, oggi Dicastero per l’Evangelizzazione e presieduto da Papa Francesco. Le sue parole disegnano i tanti amici che il 13 novembre saranno i protagonisti della Giornata mondiale dei Poveri incentrata sul tema: Gesù Cristo si è fatto povero per voi.

Il messaggio di Francesco è percorso dalla preoccupazione per la guerra in Ucraina e per le conseguenze che comporta sui più vulnerabili, ma proprio il conflitto ha fatto sì che molti Paesi, come l’Italia, abbiano spalancato le porte. Lo ricorda monsignor Fisichella che esorta a riflettere su un’espressione che usa Papa Francesco, il quale invita a non stancarsi di fare il bene, di compiere gesti di accoglienza vincendo l’egoismo. L’impegno — sottolinea l’arcivescovo – deve essere quello di alimentare la solidarietà, già posta in essere dalle parrocchie, dalle comunità e dallo Stato. Per questo la Giornata mondiale dei Poveri è l’occasione per renderla visibile.

Dal Giubileo straordinario della Misericordia del 2016 fino ad oggi, le iniziative sono state molte, in particolare il presidio sanitario in Piazza San Pietro e il pranzo in Vaticano con il Papa. La pandemia ha complicato l’organizzazione della Giornata, ma quest’anno qualcosa in più si potrà fare, sempre nel rispetto delle norme sanitarie. «I medici che abbiamo interpellato — afferma l’arcivescovo — ci sconsigliano di avere, come nel passato, un presidio così grande, perché permangono le problematiche legate al Covid, però ci sarà una duplice presenza: un camper adatto per poter accogliere i poveri, dove medici generici, insieme a volontari e volontarie, potranno fare un triage ed eventualmente anche il tampone; poi ci sarà un altro camper destinato alle analisi più specifiche che toccano la dimensione infettivologica per accertare, per esempio, l’epatite, la tubercolosi e ci sarà la possibilità di fare controlli al cuore. Non un grande segno come era accaduto negli anni precedenti, ma comunque un segno importante, una presenza che invece era mancata durante l’emergenza sanitaria».

C’è anche di più. Il Dicastero per l’Evangelizzazione, incaricato di organizzare le iniziative per la Giornata mondiale dei Poveri, sta vagliando la possibilità di allargare la presenza sanitaria in San Pietro anche in altre zone di Roma, in collaborazione con la Caritas. «Ci sono — spiega monsignor Rino Fisichella — altre iniziative che toccano le famiglie. Lo scorso anno, grazie a molti benefattori, siamo stati in grado di poter corrispondere a 500 famiglie la cifra per pagare delle bollette che erano inevase». Questo “fiume” di generosità si sta ingrossando, perché anche alcune catene di supermercati hanno deciso di donare dei pacchi di alimenti — pasta, riso, olio, zucchero… — da destinare a cinquemila famiglie. «Speriamo — aggiunge — di poter avere anche un piccolo kit di medicine per l’influenza. E c’è anche tutta l’intenzione di poter organizzare il pranzo con il Papa, un momento che dovrebbe seguire la celebrazione del mattino nella Basilica Vaticana. Ma mancano alcune settimane al 13 novembre e tutto è ancora da definire».

Sembrerebbe un lungo elenco, ma in realtà questi sono i semi che nella Chiesa stanno fiorendo. «L’intuizione di Papa Francesco di istituire questa Giornata — sottolinea l’arcivescovo – ha portato a tante esperienze come quella del vescovo che a Berlino, lo scorso anno, ha aperto le porte del Duomo per pranzare con i poveri. C’è un’attenzione diversa, nuova, si provvede a cose piccole che potrebbero sembrare ovvie e invece sono il segno dell’accoglienza, il segno per cui c’è una consapevolezza sempre più grande che questa Giornata è un punto di riferimento importante per la comunità cristiana».

È un lavoro costante, impegnativo e il magistero del Papa sta cambiando lo sguardo verso i più vulnerabili. «La povertà è una di quelle dimensioni che il Signore ci ha chiesto di tenere il più possibile davanti agli occhi. Quando Papa Francesco insiste dicendo che i poveri ci evangelizzano, non fa altro che richiamare il passo del Vangelo dove Gesù dice: “I poveri li avete sempre con voi” usando il tempo al presente, perché i poveri fanno parte del nostro presente e quindi questo implica un’assunzione di responsabilità ancora più grande». «L’augurio che voglio fare in occasione di questa Giornata — conclude Fisichella — lo rivolgo ai poveri, perché possano incontrare sempre di più delle persone che si fermano, che le ascoltano e che se c’è bisogno, possono anche essere segno di solidarietà. E poi c’è l’augurio per tutti perché il nostro sguardo non sia indifferente. La trasmissione della fede si è sempre verificata in questo modo, non è avvenuta attraverso una strumentazione tecnologica che è importante e anche essenziale nella comunicazione di oggi, ma è avvenuta perché due persone si sono incontrate e si sono guardate negli occhi. Uno ha dato l’annuncio con la sua vita, l’annuncio dell’amore di Cristo, l’altro che ascoltava ha guardato negli occhi e ha capito che quegli occhi erano credibili».

di Benedetta Capelli