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Irmtraud Fischer, prima austriaca abilitata in teologia cattolica

Lezione di una teologa

 Lezione di una teologa  DCM-010
05 novembre 2022

Va in pensione dall’università, ma non lascia gli studi teologici e di gender, Irmtraud Fischer, una delle più incisive teologhe europee, studiosa di Antico Testamento e prima donna ad avere ottenuto l’abilitazione in teologia cattolica in Austria.

L’hanno salutata in tanti all’università di Graz con un simposio dal titolo «Gender – politica – religione. Impulsi biblici e risonanze attuali». Teologhe come la croata suor Rebeka Anić, l’italiana Adriana Valerio, la tedesca Ilse Müllner e la presidente della European Society of Women’s Theological Research (Associazione femminile europea per la ricerca teologica) Gertraud Ladner, moderate dall’ungherese Rita Perintfalvi, hanno discusso a livello europeo sulle sfide attuali della ricerca teologica negli studi di genere.

Sui temi biblici, i fenomeni religiosi nell’antichità, gli spazi di azione delle donne nelle religioni antiche, il dialogo interreligioso, sono intervenuti, tra gli altri, le esegete Maria Häusl, di Dresda e Katharina Pyschny, di Graz, lo studioso delle religioni Jörg Rüpke di Erfurt, Charlotte Fonrobert, studiosa del Talmud di Standford, Heidrun Zettelbauer, storica nei gender studies di Graz. E poi la teologa musulmana Dina El Omari di Münster, la femminista ebrea ungherese Larissza Hrotkó, il biblista berlinese Rainer Kampling.

Il simposio ha rispecchiato il lavoro di una vita di Irmtraud Fischer, che già negli anni Ottanta si è dedicata alla ricerca interdisciplinare sulle donne.

La teologa ha conseguito l’abilitazione nel 1993 e lo stesso anno ha ottenuto la supplenza su una cattedra della facoltà protestante più antica al mondo, a Marburg an der Lahn. Poi nel 1997 è stata chiamata sulla cattedra appena istituita di “Antico Testamento e studio teologico sulle donne”. Durante quel periodo è stata presidente dell’ eswtr , favorendo il dialogo interreligioso tra le teologhe europee. Dal 2004 a settembre 2022 è stata professoressa di studi biblici veterotestamentari presso la facoltà di teologia cattolica dell’università di Graz, e dal 2007 al 2011 è stata a capo della medesima università, che conta 30.000 studenti, come vicerettora responsabile della ricerca. Per oltre venti anni è stata membro del gruppo di editori dell’annuario di teologia biblica ecumenico e interdisciplinare «Annuario di teologia biblica» (Jahrbuch für Biblische Theologie). Relativamente alla sua ricerca accademica, il suo studio sul libro di Rut, interpretato come esegesi della Torah dal punto di vista delle donne, può essere considerato un'apripista negli studi biblici. Tra le tante pubblicazioni, nel 2004 ha pubblicato una trilogia sulle donne dell'Antico Testamento (matriarche, consigliere, profetesse) tradotta in diverse lingue (in italiano solo il primo volume con il titolo Donne che lottano con Dio, Morcelliana, 2022).

Con la storica italiana Adriana Valerio e la biblista spagnola Mercedes Navarro Puerto, a dicembre 2006 ha fondato il progetto di ricerca internazionale La Bibbia e le Donne (www.bibleandwomen.org), pubblicato in 21 volumi in quattro lingue – inglese, italiano, spagnolo e tedesco – dove 300 studiose e studiosi in tutto il mondo lavorano in modo interdisciplinare a una storia della recezione delle donne bibliche e a temi riguardanti il gender, come anche a una storia dell’esegesi biblica da parte di donne. Per la collana ha curato i volumi sulla Torah e sulla Profezia.

L’intervento finale di Irmtraud Fischer, a conclusione del simposio, ha avuto come titolo «Scandagliare testi. Una vita da studiosa neotestamentaria femminista e ricercatrice sul gender teologica».