Almeno 15 morti nell’attacco al santuario sciita di Shiraz, in Iran, rivendicato dall’Is

Stavano pregando

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27 ottobre 2022

Un uomo armato di un fucile d’assalto entra nel santuario sciita di Shah Cheragh, a Shiraz, nell’Iran meridionale, e inizia a sparare, mentre i fedeli che stavano pregando cercano disperatamente di fuggire o trovare un riparo sicuro. Sono i filmati delle telecamere a circuito chiuso, trasmessi dalla tv di Stato della Repubblica islamica, a mostrare le fasi del sanguinoso attacco avvenuto ieri nel luogo di culto, con un bilancio di almeno 15 morti e decine di feriti.

A rivendicare l’azione è stato il sedicente stato islamico (Is), via social. Le autorità hanno annunciato l’arresto dell’autore dell’attacco, parlando di un combattente estremista sunnita, di nazionalità non iraniana.

«Caos e rivolte aprono la strada a movimenti terroristici», ha detto il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, collegando le proteste anti-governative in corso alla strage compiuta a Shiraz. Subito dopo l’attentato era stato il ministro degli Esteri, Hossein Amirabdollahian, ad annunciare che Teheran non avrebbe lasciato l’azione «senza risposta».

L’Is aveva già rivendicato precedenti attacchi terroristici in Iran, tra cui quelli del 2017 che presero di mira due dei luoghi più simbolici del Paese: il parlamento di Teheran e il mausoleo del fondatore della Repubblica islamica, l’ayatollah Ruhollah Khomeini.