Interventi dell’Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu

Interrompere la diffusione incontrollata di armi illegali

A general view shows voting results during a UN General Assembly meeting at the United Nations ...
25 ottobre 2022

New York, 25. «La Santa Sede desidera ribadire il suo sostegno agli sforzi multilaterali per rafforzare e attuare pienamente il Programma d’azione per prevenire, combattere e sradicare il commercio illegale di armi leggere e di piccolo calibro (Salw) e lo Strumento internazionale per il rintracciamento (Iti), che sono mezzi importanti per impedire seriamente gli effetti nefasti della diffusione incontrollata di armi illegali». È quanto ha detto l’arcivescovo Gabriele Caccia, Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, in occasione della discussione sulle armi convenzionali nell’ambito del Primo Comitato della 77ª Sessione dell'Assemblea Generale Onu. «Ogni anno le Salw mietono centinaia di migliaia di vittime in tutto il mondo e il loro orrendo impatto è diffuso e devastante per l'umanità» ha sottolineato l’arcicescovo, rilevando che «Esiste un profondo legame tra il traffico illecito di armi e la violenza. Nelle mani di terroristi, criminalità organizzata, bande e gruppi che trafficano in esseri umani, narcotici e fauna selvatica protetta, il commercio illegale di armi è alla base e, in molti casi, permette ad azioni malvagie di radicarsi potenzialmente ovunque. Esiste inoltre un profondo legame tra l’eliminazione di questa spaventosa diffusione e lo sviluppo umano integrale e la pace» ha evidenziato l’Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite. «Il dovere di affrontare il problema del traffico illecito di armi leggere e di piccolo calibro» ha osservato «dovrebbe essere una preoccupazione per l’intera comunità internazionale. Per questo motivo, come ha ripetutamente affermato Papa Francesco, è importante eliminare la violenza alla radice e promuovere una cultura di pace che protegga il dono più prezioso di tutti: la vita umana».

Intervenendo alla discussione sulle altre misure di disarmo e sicurezza internazionale, l’arcivescovo Caccia ha precisato che: «La rete di sistemi interconnessi che costituisce il cyberspazio costituisce un ambiente condiviso, la cui manutenzione richiede che tutti noi passiamo da un paradigma di competizione a uno di cooperazione. Per realizzare questo passaggio è necessario un insieme di principi comuni». Tre le linee guida indicate dall’Osservatore permanente della Santa Sede: «In primo luogo, il comportamento degli Stati nel cyberspazio deve rispettare la dignità intrinseca di ogni persona umana. A tal fine, gli Stati devono promuovere e proteggere la libertà di espressione online di ogni individuo. In secondo luogo» ha continuato «gli Stati devono garantire che coloro che si trovano nelle situazioni più vulnerabili siano protetti dai danni. Ciò significa non solo proteggere le proprie infrastrutture critiche, come ospedali, sistemi di approvvigionamento idrico, centrali elettriche e strutture che contengono forze pericolose, ma anche astenersi da qualsiasi attività che danneggi intenzionalmente le infrastrutture critiche di un altro Stato». Infine, secondo l’arcivescovo Caccia: «Gli Stati devono essere guidati dalla giustizia nelle loro azioni nel cyberspazio. Ciò richiede che gli Stati in grado di farlo contribuiscano efficacemente agli sforzi per colmare il divario digitale».