Auspici di riconciliazione
nel Tigray

TOPSHOT - A man looks on at a burned warehouse, allegedly looted by Tigray rebels in Shewa Robit, ...
24 ottobre 2022

C’è grande attesa per i previsti colloqui di pace odierni in Sud Africa per mettere la parola fine ai sanguinosi combattimenti nella regione settentrionale etiope del Tigray. Colloqui, mediati dall’Unione africana (Ua), ai quali sono stati invitati il governo di Addis Abeba e il Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf).

Più volte l’Ua ha tentato di portare allo stesso tavolo le parti in conflitto, ma gli incontri non hanno mai avuto luogo e gli scontri a fuoco si sono intensificati.

I combattimenti, a parte qualche sporadica tregua, sono in corso da quasi due anni. Nel Tigray dilaniato dal conflitto — ormai una delle regioni più tormentate al mondo — si registra una situazione umanitaria catastrofica, con migliaia di persone uccise e oltre 2 milioni di sfollati. Più volte, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus, di origine tigrina, ha detto che c'è «pochissimo tempo per evitare un genocidio nel Tigray».

L’urgenza è fermare i bombardamenti indiscriminati, che provocano quotidianamente la morte di civili inermi, e consentire il libero accesso umanitario a tutte le zone del Tigray, oltre che ripristinare tutti i servizi di base, assicurare il cessate il fuoco e garantire il dialogo politico per una pace duratura.