L’11 ottobre 1992 Giovanni Paolo II firmava la «Fidei depositum»

I trent’anni del «Catechismo della Chiesa cattolica»

 I trent’anni del «Catechismo  della Chiesa cattolica»  QUO-241
20 ottobre 2022

«L’11 ottobre del 1992... Giovanni Paolo II firmava la Costituzione apostolica Fidei depositum, con cui presentava... il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica». Inizia così l’articolo con cui il gesuita Federico Lombardi sull’ultimo numero de «La Civiltà Cattolica» (quaderno 4135, 1/15 ottobre) ricorda il trentennale della pubblicazione del documento. Dopo la ricostruzione storica in due passaggi intitolati “un’impresa coraggiosa” e “un successo inaspettato”, l’autore si sofferma sull’attualità «al tempo del Papa Francesco: continuità, novità, interrogativi» e infine offre «alcune riflessioni conclusive». Di seguito diamo stralci degli ultimi due paragrafi.

Naturalmente san Giovanni Paolo ii e Benedetto xvi hanno fatto continuamente riferimento al Catechismo della Chiesa Cattolica nel loro insegnamento, avendo avuto parte determinante alla sua realizzazione. Ma anche Papa Francesco si è mosso fin dall’inizio in continuità con la loro linea, ben consapevole dell’importanza e dell’utilità di tale documento. Lo testimoniano già le parole lapidarie della sua enciclica Lumen fidei, vero anello di congiunzione con il pontificato di Benedetto, che definiscono il Catechismo «strumento fondamentale per quell’atto unitario con cui la Chiesa comunica il contenuto intero della fede, “tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede”». Anche nelle dichiarazioni spontanee che spesso colpirono nei primi tempi del suo pontificato, Francesco faceva riferimento al Catechismo e alla dottrina sociale della Chiesa, per affermare, con il suo linguaggio efficace e diretto, che «era figlio della Chiesa».

Del resto, chi ha seguito le catechesi del mercoledì di Papa Francesco ha ritrovato continuamente... citazioni o riferimenti al Catechismo. Ad esempio, nelle catechesi sull’Eucaristia e i sacramenti, o sulla preghiera; ma anche su argomenti di etica sociale, come la destinazione universale dei beni. E lo stesso avviene in molti altri testi e messaggi anche su temi sensibili, come l’accanimento terapeutico e così via.

Ciò non toglie che il Catechismo non debba essere considerato un testo intangibile, rigidamente definitivo e non migliorabile... Le questioni che si possono porre più spesso riguardano la Terza parte, sulla vita cristiana e la morale sociale, dato il mutare delle situazioni storiche e del rapporto dinamico della fede con la realtà.

L’esempio concreto e preciso di una formulazione del Catechismo che è già mutata nel corso di questi 30 anni riguarda la pena di morte... Un altro argomento in cui non sono da escludere nuove formulazioni è quello che riguarda la responsabilità verso l’ambiente... Di altra natura e assai più problematiche sono diverse richieste di revisione del testo del Catechismo, attinenti i temi della morale sessuale che vengono presentate non raramente in tempi recenti, in particolare nel contesto delle riflessioni suscitate in questo ambito dalle vicende degli abusi sessuali nella società e nella Chiesa...

Il Catechismo della Chiesa Cattolica è un testo straordinario. È riuscito a esprimere, al di là delle aspettative, in una sintesi organica — equilibrata e armoniosa e pedagogicamente efficace — la dottrina cristiana cattolica quale si presenta al tempo del Concilio Vaticano ii , sostenuta dalla Scrittura, dalla Tradizione della Chiesa, espressa dai Concili, dai papi, dai grandi autori ecclesiastici, dai santi.

È stato ed è un formidabile riferimento per l’unità della comunità ecclesiale in un mondo estremamente vario nella molteplicità dei popoli, delle lingue e culture, e in cui sono in corso cambiamenti molto rapidi...

Nel corso dei trent’anni passati ha costituito, e continua a costituire oggi, un solido e affidabile riferimento per l’insegnamento e la formazione cristiana... Anche i suoi critici ne riconoscono la natura di testo di riferimento...

Ma il Catechismo non va considerato rigido, fisso, definitivo, intangibile. Espressione della storia della fede cristiana, deve rimanere tale, e quindi dinamico e vivo. Come fin dall’origine non doveva essere un ostacolo, ma un punto d’appoggio per l’inculturazione, così anche oggi deve rimanere un punto di riferimento, una base, uno strumento prezioso per il cammino della Chiesa nella storia.

di Federico Lombardi