08 ottobre 2022
È tardi e temete di non prendere sonno. Al bar, o se preferite thermopolium, dite pure: «Cafaeariam potionem sine cafaeino velim». Il dotto barista vi presenterà, speriamo, un pocillum, cioè una tazzina, con un buon decaffeinato. Se poi siete davvero salutisti, prendete la vostra cafaeariam potionem “sine saccharo”, “senza zucchero” (sine melle per gli antichi romani; lo zucchero per loro era una spezia rara e costosa). Ma almeno concedetevi che sia macchiato e aggiungete: «sed lacte maculatam».
di Eugenio Murrali
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati