La buona Notizia
Il Vangelo della xxviii domenica del tempo ordinario (Lc 17, 11-19)

L’eccezione conferma
la regola?

 L’eccezione conferma la regola?  QUO-227
04 ottobre 2022

Il noto proverbio italiano che abbiamo ereditato dalla cultura giuridica latina, Exceptio probat regulam, spesso lo usiamo per assicurare un comportamento generale, ribadendo l’importanza della norma a dispetto di un movimento inconsueto, unico o raro. Il Vangelo di domenica invece ci propone un’altra logica. Dieci lebbrosi si presentano davanti a Gesù chiedendo di essere guariti. Come la norma del tempo richiedeva, solo i sacerdoti potevano ammettere i malati all’interno della società, verificando la loro guarigione. Per Gesù erano già tutti guariti, dovevano solo ricevere il riconoscimento sociale e rientrare nella comunità. Ma non è qui che cade l’accento dell’annuncio evangelico.

Colui che è l’eccezione, diventa per noi il caso eccezionale. Il comportamento dello straniero, di un Samaritano, che non si preoccupa di seguire la procedura, ma di riconoscere la grandiosità di una rinascita, ed essere infinitamente grato all’Autore della Vita. Colpisce la bellezza di chi fa la differenza, di chi riconosce una «realtà superiore all’idea» (Evangelii gaudium, 233), perché vive l’eccedenza del reale rispetto alla sequela delle regole.

La prospettiva dell’uno su dieci indica la tensione dal seguire dal basso verso l’altro, dalla periferia al centro, dai più piccoli per comprendere i grandi, dallo scartato per misurare il bene comune. Questa logica ha mosso il nostro ripensare le regole e non lascia mai la storia tranquilla, adagiata nelle sue norme. Non è forse questo che aiuta la Chiesa a camminare? Non è forse stata la storia di tutti i casi eccezionali che hanno spinto a rimettere in discussione e trovare strade perché si allargasse la capacità di accogliere lo Spirito?

di Giuditta Bonsangue