Il discorso rivolto sabato dal Papa ai redentoristi

Formatori
di coscienza morale

 Formatori  di coscienza morale  QUO-226
03 ottobre 2022

Pubblichiamo in una nostra traduzione dallo spagnolo il discorso pronunciato a braccio dal Papa durante l’udienza ai partecipanti al capitolo generale dei Redentoristi, ricevuti sabato mattina, 1° ottobre.

Vorrei dirvi alcune parole più spontaneamente.

Andare a missionare, uscire a missionare, ossia la dimensione missionaria che hai menzionato nel tuo discorso. Mi ha colpito una frase che hai detto: Lasciare le zone di confort e andare a missionare. Mi chiedo quali sono le zone di confort che ha una congregazione, che ha una provincia, che ha una comunità, e che ha ognuno di noi? Fatevi questa domanda, perché si diceva che ognuno si aggiusta i voti come vuole. E allora può praticare la povertà con conto bancario, può praticare la castità con compagnia e può praticare l’obbedienza dialogando e decidendo come vuole. Sono forme molto deformate. Ma ciò che produce sempre una deformazione nei tre voti è il confort. Da lì entra il male, perché si cerca di accomodarsi, stare comodi, vivere una vita di borghesia, senza uscire a missionare, e a missionare, e a missionare. Ognuno analizzi qual è la propria tentazione di confort. Tutti abbiamo questa tentazione, tutti abbiamo questa tentazione.

Poco fa, per esempio, quando mi hanno detto: “ci sono lì un sacco di preti a cui devi andare a parlare”, ho pensato “uffa, voglio andare a mangiare”. Il confort, no? (risate) Ossia, tutti abbiamo la tentazione del confort, ma ognuno ce l’ha con nome e cognome proprio. Cercate la radice del confort di ognuno di voi, e questo vi aiuterà a distaccarvi e a guardare l’orizzonte della missione. Un redentorista senza questo orizzonte della missione non ha senso, anche se deve star seduto a una scrivania per tutta la vita. L’orizzonte della missione. E, per questo, serve la capacità di uscire dalla propria zona di confort. Perciò vi suggerisco che, come frutto di questo Capitolo, nella preghiera che farete in questi giorni, ognuno si domandi: “A cosa sono legato io? Qual è il mio confort, cosa non mi lascia essere libero, non mi lascia volare?” Cercate di rispondere a queste domande.

La seconda cosa che caratterizza i redentoristi è che sono maestri di morale, E vi ringrazio per questo. Soprattutto desidero ringraziare l’Alfonsianum, qui a Roma. Credo che il rettore sia qui... Non è qui. Portagli i miei saluti, perché volevo dirgli che sta facendo molto bene, molto bene. State prestando un servizio a una teologia morale matura, seria, cattolica. E con un livello impressionante, un livello accademico molto alto. Perciò ringrazio te, come Padre Generale, che questo Istituto continui ad aiutare la Chiesa. Maestri di morale, ma maestri di morale anche nel catechismo dei bambini, nei confessionali...

Che la gente capisca ciò che è bene e ciò che è male, che poi sappia che la misericordia di Dio copre tutto; ma che sappia cosa è bene e cosa è male, perché una cosa è la misericordia di Dio, un’altra il “manganchismo”. Essere di manica larga è dire “va bene tutto”... non distinguere, non avere una cultura morale, che è tanto importante, senza riduzionismo. Oggigiorno, con molta tristezza, dobbiamo dire che ci sono comandamenti che non si compiono, non si compiono, di fronte alle ingiustizie sociali che ci sono. Un esempio: gente che sperpera i propri soldi in viaggi, turismo, feste, ristoranti di lusso; e gente che non ha neanche un pezzo di pane da mangiare. Allora lì c’è un’immoralità di pensiero. L’ottavo comandamento, chi l’osserva oggigiorno? Oggigiorno, se uno può tendere una trappola a un altro, togliergli ciò che è giusto, pagarlo meno... gli stipendi giusti — sono sempre meno —. Come manca il lavoro! La gente accetta ciò che le danno. Cioè si va contro la giustizia, contro la verità. Per favore insegnate morale forte lì, continuate. Caricate la coscienza. Ebbene, tutti i comandamenti. L’idolatria, per esempio, cos’è? “No, io non adoro nessun idolo”. Tu sei pieno di idoli, ma insegnate: “Questo è idolatria”.

Vi dico di continuare così perché lo state facendo, e molto bene, ma non dimenticatevi che siete formatori di coscienza. Qui voglio arrivare: formatori di coscienza morale. E questo è un carisma che voi avete, che avete ereditato dal fondatore che si è dedicato anche a queste cose, tra le altre.

Vi ringrazio per quello che fate per la Chiesa, davvero. Vi ringrazio dal profondo dell’anima. Ti ringrazio per i tuoi tredici anni qui. Sopravvivere a Roma non è facile! E tu, quando fai un po’ fatica, bevi un po’ di cachaça per risollevare l’animo (risate).

Ora vi voglio dare la Benedizione. Benedizione...

Dopo la benedizione, il Papa ha aggiunto:

“E non dimenticatevi di pensare: qual è la mia zona di confort?”.