Aperto a Milano il Festival della Missione con il messaggio del Papa a firma del cardinale Parolin

«Vivere per dono» intrecciando
verità e giustizia

 «Vivere per dono» intrecciando  verità e giustizia  QUO-224
30 settembre 2022

«La missione non è un’appendice della fede, ma è il cuore della vita della Chiesa»: niente giri di parole nel messaggio — a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin — che Papa Francesco ha fatto giungere ai partecipanti al Festival della missione, apertosi a Milano ieri, 29 settembre. «Vivere per dono» è il tema dell’evento che si conclude il 2 ottobre, promosso dall’arcidiocesi ambrosiana, dalla Fondazione Missio Italia e dalla Conferenza degli Istituti missionari in Italia.

Nel messaggio indirizzato all’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, e letto all’inizio dei lavori, Parolin ha rilevato che «in questo cambiamento d’epoca è importante mostrare il tratto missionario della fede e della Chiesa per annunciare anche all’uomo d’oggi che Dio è sempre con noi e ci ama». E, in questa prospettiva, «il Papa auspica che le giornate di festa e di preghiera, di ascolto e di confronto, possano favorire in tutti la consapevolezza che la missione non è un’appendice della fede, ma è il cuore della vita della Chiesa».

In particolare, come ha scritto nella Evangelii gaudium (273), «è qualcosa che non posso sradicare dal mio essere... Io sono una missione su questa terra... Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare. Lì si rivela l’infermiera nell’animo, il maestro nell’animo, il politico nell’animo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri».

«Di fronte alle sfide contemporanee e alla tragedia delle guerre — ha proseguito il segretario di Stato — è necessario dare risalto a un aspetto significativo della missione, quello della testimonianza della pace, vissuta in prima persona, singolarmente e come popolo, ancorando le nostre azioni alla certezza che ci ha comunicato il Signore Gesù: “vi lascio la mia pace, vi do la mia pace”».

«Noi cristiani — ha rilanciato il cardinale — siamo sicuri che la pace autentica è dono del Risorto, un dono che siamo chiamati a donare a nostra volta, intrecciando verità, giustizia e misericordia. La verità è una compagna inseparabile della giustizia e della misericordia. Tutt’e tre unite, sono essenziali per costruire la pace. Questa testimonianza della pace è impegno da vivere ogni giorno, nei vari ambienti, così da essere missionari “porta a porta”».

Papa Francesco, ha assicurato il porporato, «incoraggia tutti, specialmente i giovani, a fissare lo sguardo ai vasti orizzonti esistenziali per recare l’annuncio liberante del Vangelo laddove l’uomo è affaticato, deluso e smarrito. Nello sguardo dei nostri fratelli e sorelle più provati ed emarginati, leggiamo il desiderio profondo e pressante di una vita improntata alla dignità e all’amore. Pertanto, abbiamo bisogno di discepoli convinti nella loro professione di fede e capaci di trasmettere la fiamma della speranza agli uomini e alle donne del nostro tempo».

Inoltre, «Papa Francesco invita a coltivare lo spirito missionario per diffondere, con rinnovato slancio apostolico, il profumo dell’amore di Dio, imitando la prontezza della Vergine Maria che si alzò e andò in fretta a visitare sua cugina Elisabetta».

Complessivamente sono oltre 100 i protagonisti dei vari incontri. A loro si aggiungono i circa 150 testimoni che stanno animando i cosiddetti «aperitivi missionari» in bar e bistrot del centro di Milano. Più di 200 i volontari coinvolti e oltre 20 gli istituti e le parrocchie che hanno accolto i partecipanti. La maggior parte degli eventi si svolge alle Colonne di San Lorenzo. Sono in corso anche appuntamenti paralleli in altri luoghi, insieme a diverse proposte di preghiera e spiritualità. Il Festival si è aperto con l’appuntamento “MissioToday”, primo dei 29 incontri in programma. E così don Mario Antonelli, vicario episcopale dell’arcidiocesi di Milano per l’educazione e la celebrazione della fede, ha raccontato la sua esperienza missionaria di fidei donum in Brasile dal 2004 al 2010. Maria Soave Buscemi, missionaria laica, anch’essa in Brasile, ha rimarcato l’importanza dello «stare con, stare in mezzo». Padre Giulio Albanese, missionario comboniano, ha ricordato che il Nord e il Sud del mondo hanno un destino comune. Mariagrazia Zambon, consacrata dell’ordo virginum, missionaria in Turchia, ha parlato di convivenza tra cristiani e musulmani. Aluisi Tosolini, pedagogista, ha riportato l’attenzione sull’importanza di «costruire il futuro aumentando le risorse per l’educazione».

Sempre ieri c’è stato un appassionato dialogo che ha coinvolto, tra gli altri, monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, don Alberto Ravagnani, Diego Cugia, Rafael Garrido e Patrick Zaki.

Stamani, venerdì 30, volontari e operatori che hanno realizzato i «laboratori di giustizia riparativa» nelle carceri di Milano, Busto Arsizio, Campobasso e Agrigento si sono ritrovati a San Vittore per confrontare la loro esperienza con i detenuti.

E, poi, «Far fiorire la vita - La missione Maddalena» è stato il tema dell’incontro con il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana; monsignor Luca Bressan, vicario episcopale dell’arcidiocesi di Milano per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale; don Dante Carraro, sacerdote e chirurgo, direttore di Medici con l’Africa Cuamm; Emilce Cuda, segretaria della Pontificia Commissione per l’America Latina; e la teologa Serena Noceti.