Un tesoro raro nell’epoca del “tuismo”

 Un  tesoro raro nell’epoca del “tuismo”  ODS-003
01 ottobre 2022

«La gente che ti parla va bene, ma la svolta è solo quando trovi la gente che ti ascolta».

Questa massima, firmata dal “poeta della serra”, è stata scritta su una campana per la raccolta differenziata del vetro posizionato dall’ ama in un rione del centro di Roma. E chi può essere questo poeta che si definisce “della serra”? Forse qualcuno che lavora con i fiori e le piante o forse vive in una serra, ovvero un senza casa. Oppure si voleva definire solo un poeta “della sera” e ha commesso un errore con la doppia erre? Di sicuro costui mette in evidenza il bisogno di ascolto.

Questa frase rende bene l’idea di una esigenza di questo periodo storico contraddistinto dal “tuismo”, neologismo che sta a significare che molti danno del tu a tutti senza troppe distinzioni di ceto, professione o età, nell’epoca, almeno a Roma, del “Ciao caro” e del “Come va caro?” dove quel “caro” molto usato non significa proprio niente.

Ascoltare è un’arte e per qualche professionista è un lavoro vero e proprio come per gli psicologi clinici.

In realtà pochissimi ascoltano il proprio interlocutore. Si parla, spesso, di sé stessi, dei propri problemi o ambizioni senza dare ascolto a chi abbiamo di fronte.

Tutti o almeno molti sono disposti a parlare e solo in rarissimi casi ad ascoltare. Ascoltare con un coinvolgimento emotivo e non sentire distrattamente.

L’ascolto appunto, questo sconosciuto. In un’epoca in cui molti ostentano un ego ipertrofico e ripetono una serie infinita di io, io, io… sono rari coloro che usano l’attenzione di ascoltare, anche col cuore, il prossimo, l’interlocutore. Il problema di chi ci ascolta è un’esigenza di molti, soprattutto di chi vive ai margini della società come i senzatetto appunto. «Chi trova un amico trova un tesoro», recita un vecchio adagio popolare e chi trova un amico disposto ad ascoltare veramente trova un grande tesoro.

E a un vero amico non c’è bisogno di dire neanche grazie.

Personalmente sono stato testimone di due senza tetto che si danno rispettosamente del lei eppure si ascoltano. Forse perché si tratta di due ex professionisti che hanno perso sia il lavoro sia la casa. Questa è una vera e propria rarità. Succede anche questo nel variegato mondo dei senza tetto, dove tra i tanti disagi c’è anche quello della comunicazione. E questo disagio esiste anche nella società civile.

di Stefano Cuneo