Sulla «Religion minacciante» di Leopardi

Quel manto disadorno

 Quel manto  disadorno  QUO-222
28 settembre 2022
Ormai tutti sanno che tra la poesia e la mistica non v’è che un passo. Non un passo lungo, diciamo un mezzo chassé. Uno di quei passetti di danza che si trasformano in un altro scivolando dolcemente, come su un confine di ghiaccio. Su questo «confine di ghiaccio» si trovano Teresa d’Avila, Jacopone da Todi, Rumi, Giovanni della Croce, Tagore, Leopardi. Quest’ultimo, forse, in modo ancora più particolare, perché più tormentato, più conflittuale. Sicuramente egli non accoglie mai un Dio, così come noi lo intendiamo, ma è fuori di dubbio che si senta circondato dal sacro, dall’indicibile. In bilico tra questi due sentimenti contrastanti, che Baudelaire chiama l’«orrore della vita» e l’«estasi della vita». Due sentimenti, che per effetto contrario, ...

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