«Non è un’utopia»

 «Non è un’utopia»  QUO-219
24 settembre 2022

«Più che un convegno, una Gmg di fatto dedicata all’economia del futuro; i temi della dottrina sociale della Chiesa che parlano con la voce di centinaia di ragazzi provenienti da tutto il mondo». Una giornata della gioventù lunga tre giorni, ospitata dalla città di san Francesco, commenta con una sola frase uno dei partecipanti ad “Economy of Francesco” 2022. Un luogo dove cercare soluzioni nuove con radici antiche («roots of the city», era il titolo della seconda giornata di lavori, che si sono svolti nel centro storico di Assisi). Un luogo dove trovare soluzioni, ma soprattutto dove trasformare le idee in progetti; in cui il dialogo tra i partecipanti, paradossalmente, è stato facilitato dallo stop della pandemia. I gruppi di discussione, infatti, erano già stati organizzati prima della pausa forzata, causata dal covid-19, e i ragazzi hanno avuto il tempo di conoscersi e di scriversi online, parlandosi per via digitale.

Papa Francesco, dopo l’atterraggio del suo elicottero alle 9.24, a pochi metri dall’“hogar” che ha ospitato l’evento, è stato accolto da una nuvola di bandiere, sventolate da un gruppo di bambini. Ad accompagnarlo monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia.

Davanti al teatro Lyrick, un’ex fonderia della Montedison diventata uno spazio multifunzione, a dare il benvenuto al Papa è stato l’arcivescovo-vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. Con lui cinque giovani che gli hanno presentato i loro progetti.

Quindi, all’interno del teatro, Francesco è stato accolto, tra gli altri dal prefetto e dal segretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, il cardinale Michael Czerny e suor Alessandra Smerilli; dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia - Città della Pieve, e dal suo successore monsignor Ivan Maffeis.

Il Pontefice ha salutato le autorità civili: Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria; Armando Gradone, prefetto di Perugia; Stefania Proietti, sindaco di Assisi e presidente della Provincia di Perugia. Erano presenti inoltre i componenti del comitato promotore dell’incontro — tra i quali Luigino Bruni e Francesca Di Maolo — e i rappresentanti delle famiglie francescane di Assisi e della Pro Civitate Christiana.

Nel teatro Papa Bergoglio è stato accolto con un video commentato visivamente da un’acrobata. «Sentinella quanto manca al giorno?», la citazione (da Isaia 21) è stato il leit-motiv della performance. Ha attraversato la sala un corteo, composto da ragazzi con una lanterna in mano, mentre una silhouette scura, disegnava una preghiera sullo sfondo del video, risalendo una fune. «È ancora notte. Tornate e domandate ancora. Sentinella, quanto resta della notte?» Un “corteo di domande” ha continuato a lungo a percorrere la platea del Teatro Lyrick di Assisi.

«Non vi stancate di domandare» hanno ripetuto i ragazzi, mentre un albero scuro spicca sullo sfondo luminoso di un cielo tratto da un quadro di Van Gogh. «Il profeta abita la notte come tutti, conosce la notte, non dà risposte che non può dare. Ma insegna l’attesa. Il profeta ama il proprio tempo dialogando con Chi l’ha creato — hanno detto i ragazzi a Papa Francesco —. I primi buoni samaritani dell’Antico Testamento sono i profeti. Eccoci siamo qui, fedeli alla voce che ci ha chiamati».

Nel buio, nell’infuriare della guerra e del male «sembra che il giorno non sia esistito» canta un ragazzo, salmodiando un’alternanza di angoscia e pace con l’aiuto della musica. «Per noi sei padre ma sei anche amico, oltre tre anni di lavoro a distanza e in presenza ci hanno portato qui. Alcuni di noi non hanno ancora compiuto diciotto anni, altri sono qui con i propri figli, per costruire attraverso l’arte una cultura di pace. Grazie per aver creduto in noi, a nome di tutti».

Siamo chiamati a dare un’anima all’economia e imparare la fraternità, ma «non siamo il futuro, siamo il presente — chiosa una ragazza —. Non vogliamo essere un futuro che non arriva mai». Se non avete niente da dire, ha scherzato il Papa, «almeno fate chiasso!». Dopo il video, è arrivato il momento dedicato alle testimonianze dei ragazzi: una giovane economista italiana, che si augura di «non smettere mai di stupirsi»; un ragazzo del Benin, certo che il segreto dello sviluppo è «trasformare i problemi in opportunità»; un ragazzo argentino, di Lomas de Zamora; una ragazza che racconta la sua esperienza in Cambogia e Thailandia; un ragazzo di Amboseli (Kenya); una ragazza afgana che studia italiano e dedica le sue energie e il suo impegno a favore delle donne; e un report in prima persona dall’interno del progetto The Farm of Francesco in Polonia.

E la testimonianza, commovente nella sua semplicità, di Andrea, un detenuto nel carcere di Bollate che studia e lavora grazie alle cooperative che operano all’interno del penitenziario. Certo che l’uomo è più grande del suo errore, «adesso sono qui, insieme ai miei compagni di resurrezione».

Papa Francesco ha quindi pronunciato il suo discorso, con numerose aggiunte a braccio che hanno scandito il suo dialogo con i giovani. Quindi è stato letto il Patto che i ragazzi hanno elaborato nella tre giorni insieme. A firmarlo con il Pontefice è stata Lilly, una delle più giovani partecipanti al convegno.

«Non è un’utopia» è la scritta sul video che sintetizza in poche parole l’arrivederci della “generazione EoF” al Papa che ha salutato alcuni rappresentanti, ricevendo anche numerosi doni simbolici.

Al termine dell’incontro, uscito dal teatro, Francesco in elicottero ha fatto rientro in Vaticano.

dalla nostra inviata
Silvia Guidi