Bailamme

Meriggio d’estate

 Meriggio d’estate  QUO-212
16 settembre 2022

Silenzio! Hanno chiuso le verdi / persiane delle case. / Non vogliono essere invase. / Troppe le fiamme / della tua gloria, o sole! / Bisbigliano appena / gli uccelli, poi tacciono, vinti / dal sonno. / Sembrano estinti / gli uomini, tanto è ora pace / e silenzio… Quand’ecco da tutti / gli alberi un suono s’accorda, / un sibilo lungo che assorda, / che solo è così: le cicale.

(Meriggio d’estate, Umberto Saba)

È un sentimento talmente ricco di sfumature quello che ci lega all’estate. È il tempo del riposo e del divertimento, delle vacanze al mare, o in montagna, è il tempo che si può concedere alle nostre passioni, sogni.

Anche l’estate, con i cambiamenti climatici, sta diventando sempre di più feroce e insopportabile, soprattutto per chi deve viverla in città, gli anziani, i poveri. Il male si abbatte sugli indigenti, com’è noto, con maggiore accanimento. In molti, purtroppo, non possono fare altro che resisterle, mentre tutti gli altri, i fortunati, se la godono nei luoghi di villeggiatura.

Non sono ingiustizie del mondo, queste, ma dell’uomo. Non si cada in equivoci pericolosi.

Sono gli ultimi giorni di una estate che farà, come ogni altra sua gemella accaduta in passato, un mare di ricordi cui torneremo con la memoria nel corso dei nostri inverni. Ci ricorderemo sino a farci vincere dalla nostalgia.

Forse, è proprio questo il vero nome dell’estate.

Ricordo.

Come di qualcosa che non dà mai abbastanza tempo per viverla del tutto.

E a pensarci, in fondo, è giusto così.

di Daniele Mencarelli