Il colloquio di Francesco con i giornalisti sul volo di ritorno dal Kazakhstan

La pazienza del dialogo

 La pazienza del dialogo  QUO-212
16 settembre 2022

Tra i temi la guerra in Ucraina, i rapporti con la Cina e l’importanza
delle religioni nel promuovere la pace


Dialogare, sempre; con pazienza e spirito di apertura, anche se «è difficile capire il dialogo con gli Stati che hanno incominciato la guerra»: sul volo di ritorno dal Kazakhstan, rispondendo come di consueto al termine dei viaggi internazionali alle domande dei giornalisti che lo hanno accompagnato, Papa Francesco ha rilanciato ieri l’importanza del dialogo come “arma” per fronteggiare le principali crisi in atto nel mondo: a partire dal conflitto in Ucraina, ma senza dimenticare gli altri fronti caldi che fanno meno notizia. E se la tragedia nell’Europa orientale ha offerto anche lo spunto per parlare del diritto alla difesa e del traffico delle armi, il Pontefice si è soffermato inoltre sul ruolo della politica e della crisi di valori che rischia di generare populismi nel vecchio continente. Tra gli altri temi affrontati, i rapporti con la Cina, anch’essi nel segno del dialogo, e la situazione della Chiesa in Germania, dove secondo Francesco servono pastori, non piani pastorali. Significativi infine i riferimenti al Paese ospitante, per la lungimiranza nel far dialogare i leader religiosi, grazie al Congresso internazionale giunto in Kazakhstan alla settima edizione. Perché, ha spiegato, «tante volte guerre malintese “di religione” vengono per mancanza di conoscenza». Mentre gli uomini di fede condividono valori di pace comuni.

Conferenza stampa