La seconda giornata del viaggio in Kazakhstan aperta dall’appello di Papa Francesco di fronte ai leader religiosi del mondo riuniti a Nur-Sultan

Il sacro
non sia puntello del potere

top2.jpg
14 settembre 2022

«Non giustifichiamo mai la violenza. Non permettiamo che il sacro venga strumentalizzato da ciò che è profano. Il sacro non sia puntello del potere e il potere non si puntelli di sacralità!». È l’accorato appello lanciato stamane dal Papa all’apertura in Kazakhstan del settimo Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali riuniti nella capitale Nur-Sultan. Nella sala delle conferenze del Palazzo dell’Indipendenza il Pontefice ha preso posto al fianco del presidente della Repubblica ospitante, che ha introdotto i lavori sottolineati dalla preghiera silenziosa dei rappresentanti di 110 delegazioni giunte da oltre 50 Paesi. «Dio è pace e conduce sempre alla pace, mai alla guerra», ha rimarcato il vescovo di Roma nel suo intervento, esortando a impegnarsi «a promuovere e rafforzare la necessità che i conflitti si risolvano non con le inconcludenti ragioni della forza, con le armi e le minacce», bensì «con l’incontro, il dialogo, le trattative pazienti, che si portano avanti pensando in particolare ai bambini e alle giovani generazioni».

Giunto nella capitale kazaka nel pomeriggio precedente, presso il Palazzo presidenziale, alla presenza delle autorità, della società civile e del corpo diplomatico, il Papa aveva pronunciato il primo discorso di questo viaggio, lanciando un nuovo grido di pace di fronte alla folle e tragica guerra. Oggi pomeriggio, nella terza tappa della visita, ha celebrato per la piccola comunità cattolica locale la messa nella festa dell’esaltazione della Santa Croce, ricordando che «la pace non è mai guadagnata una volta per tutte», ma «va conquistata ogni giorno, così come la convivenza tra etnie e tradizioni religiose diverse».