L’ambasciatore di Gran Bretagna presso la Santa Sede, Trott

Continuità di valori
tra Elisabetta II e il nuovo re

Members of the public listen to the primary proclamation of Britain's new King, King Charles III, ...
10 settembre 2022

Una nazione che vive insieme il tempo di una “profonda tristezza” e le ore di un nuovo inizio. L’ambasciatore di Gran Bretagna presso la Santa Sede, Christopher John Trott, racconta ai media vaticani le proprie impressioni, a due giorni dalla scomparsa della regina Elisabetta ii e nel giorno in cui suo figlio è stato ufficialmente proclamato re Carlo iii .

Da 15 anni rappresentante della corona britannica in vari Paesi — e da uno accreditato in Vaticano — il diplomatico britannico ribadisce l’importanza dei valori che hanno accompagnato il regno di Elisabetta, valori che ritiene saranno “rafforzati” ora nel servizio che il nuovo re ha detto di voler garantire al suo Paese.

Eccellenza, quali sono le sue considerazioni in questo momento di passaggio tra il regno di Elisabetta ii e quello di Carlo iii ?

Ho avuto l’onore di servire come ambasciatore di Sua Maestà in diversi Paesi negli ultimi 15 anni, per cui questo è un momento di profonda tristezza ed è un sentimento che provano moltissimi britannici in tutto il mondo. Penso che la regina Elisabetta ii abbia dato al Regno Unito un senso autentico di stabilità, un senso autentico di chi eravamo, un senso di unità e il suo decesso ha unito le persone nel lutto. Attualmente mi trovo a Londra e ovunque si percepisce questo senso di tristezza. Mi ha molto commosso il messaggio del Papa per il decesso di Sua Maestà e penso rispecchi quanto lei abbia investito personalmente nel costruire le relazioni presso la Santa Sede, dal suo primo incontro con Pio xii nel 1951 a quello più recente con Papa Francesco nel 2014.

A questo proposito, cosa può dirci del rapporto di Elisabetta ii con i Papi e con la Santa Sede?

Penso nutrisse molto rispetto per ognuno dei Papi incontrati. E penso che quello con Papa Francesco sia stato un incontro davvero cordiale e spontaneo e si coglie questo accento di autentico rispetto proprio nel messaggio inviato da Papa Francesco per la sua morte. E quel calore ritengo contribuisca a sostenere le relazioni tra i due Stati.

A livello più personale, com’era il rapporto tra la regina Elisabetta e il corpo diplomatico e gli ambasciatori come lei? Può raccontarci qualche aneddoto personale?

Un ambasciatore tecnicamente è il rappresentante del capo di Stato presso un altro capo di Stato. Pertanto, come ambasciatore sei sempre consapevole di essere un rappresentante di Sua Maestà e che è lei a confermare la tua nomina. E questo reca il grande onore, all’inizio di ogni nuova sede come ambasciatore, di poterti recare in visita da Sua Maestà la regina — si chiama “cerimonia del baciamano”, anche se la mano non si bacia più — assieme alla propria consorte per avere una conversazione personale con Sua Maestà. E in ogni occasione lei si è mostrata non solo sempre molto cordiale ma anche incredibilmente ben informata e interessata alla nostra famiglia.

Ora che le succede re Carlo iii , come ritiene possa seguire le orme di sua madre nei rapporti con la Santa Sede?

L’ho sentito ripetere nella dichiarazione fatta ieri alla nazione molte delle cose dette da sua madre nel corso degli anni circa la sua responsabilità, il suo dovere, il desiderio di servire il suo popolo. Carlo iii ha parlato della sua fede nello stesso modo in cui la regina parlava sempre della propria, come anche del fatto che era guidata dalla sua fede nelle decisioni che prendeva. E penso la Santa Sede abbia sempre considerato ciò una cosa straordinaria. Penso che ciò non farà altro che ribadire l’importanza delle relazioni bilaterali, perché c’è qui re Carlo che riconosce di essere re di un Paese multiconfessionale, ma che parla del suo radicamento nella fede cristiana. Vorrei citare qualche parola del messaggio di Natale 2002 della regina, quando disse: so quanto dipendo dalla mia fede perché mi guidi attraverso i tempi buoni e i tempi cattivi; ogni giorno è un nuovo inizio. So che l’unico modo di vivere la mia vita è di fare ciò che è giusto per guardare avanti, fare del mio meglio in tutto ciò che porta il nuovo giorno e riporre la mia fiducia in Dio. E ho l’impressione che questo sia anche il modo in cui ora re Carlo si appresti ad affrontare il suo ruolo.

di Devin Watkins