L’attualità di sant’Anna Maria Rubatto

Sorella dei poveri in Uruguay

 Sorella dei poveri  in Uruguay  QUO-203
06 settembre 2022

«Siate le suore del popolo», scriveva santa Maria Francesca di Gesù (al secolo Anna Maria Rubatto) prima santa dell’Uruguay, alle religiose della congregazione dal lei fondata. Nata il 14 febbraio 1844 a Carmagnola, Italia, è stata canonizzata da Papa Francesco il 15 maggio 2022. È questo lo spirito che ispirò la sua vita e il suo apostolato a Montevideo, capitale dell’Uruguay, dove per propria scelta visse dal 1892 fino alla sua morte, nel 1904. Di fatto, nel suo testamento lasciò scritta la seguente disposizione: «Che il mio corpo sia seppellito tra i miei amati poveri».

Afferma il sito Internet della congregazione delle suore cappuccine di madre Rubatto che «diede al francescanesimo una versione femminile moderna» e anche che «costituisce una delle più grandi figure del francescanesimo femminile attuale». «Proprio come san Francesco d’Assisi, madre Rubatto incontrò Cristo nei poveri e nella sofferenza e fece un’autentica esperienza della povertà della Vergine», aggiunge la pagina web. «Fu una sorella tra le sorelle, più che una madre fondatrice, e visse uno zelo missionario e un desiderio di martirio tanto profondi che l’accompagnarono fino al termine della sua vita consumata dalla carità e dall’amore per Gesù e per i poveri».

Fondata il 23 gennaio 1885, la congregazione è oggi presente in Italia, Uruguay, Argentina, Brasile, Perú, Etiopia, Eritrea, Kenya e Malawi con scuole, parrocchie dove lavorano le sue suore e opere di assistenza alle persone più bisognose.

Una volta giunta in Uruguay, scelse la zona di La Teja, Belvedere, Paso de la Arena e Barra de Santa Lucía, che all’epoca era una landa deserta. Santa Maria Francesca di Gesù si mescolava alla gente, anche ai lavoratori che andavano al mattatoio la domenica mattina, e prendeva il treno con loro all’alba, alle 4. Fu inoltre capace, tra le altre cose, d’intuire il bisogno di vestiario e di cibo della gente e, con una visione profonda, decise di far risedere un gruppo di sue suore nel quartiere di Belvedere, dove si trova il santuario in cui oggi riposano le sue spoglie.

Madre Rubatto realizzò quindi un encomiabile lavoro di promozione ed evangelizzazione: fece sì che le bambine imparassero un mestiere per guadagnarsi da vivere, così da non dipendere dalla loro famiglia. Insegnò loro a leggere, scrivere, cucire, tessere, ricamare, ma impartì loro anche una formazione religiosa. I laboratori fondati da santa Maria Francesca di Gesù diventarono poi grandi istituti, come la scuola e liceo San José de la Providencia di Montevideo o la scuola San Francisco de Asís di Rosario e Buenos Aires, in Argentina.

Uno dei tratti distintivi della santa fu la sua disponibilità ad accettare la chiamata di Dio nelle sfide che la realtà le presentava e ad agire di conseguenza. Così ha commentato a Radio Vaticana–Vatican News padre Carlo Calloni, postulatore della causa di canonizzazione. Per esempio, quando aveva quarant’anni, le proposero la direzione di un’opera che si trovava a Loano, nella diocesi di Genova. L’invito giunse in un modo strano secondo il modo di pensare umano: «Una pietra cade da un ponteggio e lei soccorre il muratore che si è ferito e, allo stesso tempo, riceve la chiamata di un cappuccino, padre Angelico da Sestri Ponente, che le offre il posto di direttrice», ha ricordato il postulatore. In seguito madre Rubatto esaminò la proposta con il suo direttore spirituale e decise di accettare.

Un aspetto poco noto di santa Maria Francesca di Gesù fu la sua vicinanza a don Bosco. La famiglia salesiana in Uruguay ha approfondito la questione e ha spiegato l’influenza decisiva sulla santa del “padre e maestro della gioventù”. Secondo una pubblicazione dei salesiani in Uruguay, il curriculum della santa rivela «un vincolo forte e decisivo con don Bosco». Anna Maria Rubatto, scrivono, giunse a Torino nel 1862, dopo aver perso quasi tutta la sua famiglia, e si stabilì nella casa di sua sorella maggiore sposata e poi andò a lavorare con una ricca contessa. «Era il tempo in cui don Bosco stava lavorando nei suoi oratori e lei decise di collaborare con lui con quella discrezione, prudenza, amabilità e tenerezza che la caratterizzarono sempre», aggiungono. Le profezie di don Bosco, puntualizzano i salesiani, si compirono pienamente e la religiosa inserì nella propria missione diversi elementi del “sistema preventivo”, come il desiderio di assistere i giovani più abbandonati per educarli e promuoverli al fine di dare dignità alla loro vita.

Il fatto di conoscere Madre Rubatto come “la prima santa dell’Uruguay” s’ispira alla definizione coniata da Papa Giovanni Paolo ii, quando nella cerimonia di beatificazione, il 10 ottobre 1993, affermò: «Oggi la salutiamo come la prima beata dell’Uruguay». Il pontefice nell’omelia aggiunse: «La Chiesa saluta te, Suor Maria Francesca di Gesù Fondatrice delle Suore Terziarie Cappuccine di Loano, che hai fatto della tua esistenza un continuo servizio agli ultimi, testimoniando lo speciale amore che Dio ha per i piccoli e gli umili. Seguendo fedelmente le orme di Francesco, l’innamorato della povertà evangelica, hai imparato non solo a servire i poveri, ma a farti povera tu stessa e hai indicato alle tue figlie spirituali questa speciale via di evangelizzazione. Con la crescita dell’Istituto, questa iniziale intuizione è diventata profondo slancio missionario che ha condotto te e la tua opera in America Latina, dove alcune tue figlie spirituali hanno suggellato col sacrificio della vita quel servizio ai poveri che costituisce il carisma affidato alla tua Congregazione a vantaggio dell’intera Chiesa».

#sistersproject

di Sebastián
Sansón Ferrari