06 settembre 2022
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, alcune aziende europee decisero di concentrare i propri interessi sul legname delle foreste russe. Il pericolo che il disboscamento potesse assumere proporzioni inattese ed essere attuato senza limiti fu prontamente avvertito da scienziati e attivisti, che proposero a quelle imprese un accordo al fine di impedire la raccolta del legno in determinate zone, evitando in particolare le regioni meno segnate dall’azione e dalla presenza umane.
Fu così che nel 1998 tre studiosi russi legati a Greenpeace — Aleksej Jarošenko, Peter Potapov e Svetlana Turubanova — iniziarono a tracciare mappe computerizzate dei cosiddetti “paesaggi forestali intatti” o Intact forest landscapes (Ifl), ovvero paesaggi grandi almeno 50.000 ettari e larghi almeno 10 chilometri e privi di strade, reti elettriche, miniere, ...
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