Nel nord del Messico i migranti attendono di avviare le procedure d’asilo negli Stati Uniti
E chiedono maggiore sicurezza

Al di qua del confine

Migrants and asylum seekers staying at an Agape shelter demonstrate to demand police security after ...
02 settembre 2022

Più sicurezza, nell’attesa di essere convocati ad un’udienza presso un giudice federale degli Stati Uniti affinché vengano esaminate lo loro richieste di asilo oltre confine. L’hanno invocata i migranti ospitati ad uno dei rifugi Ágape di Tijuana, nello Stato di Baja California, nel Messico nord-occidentale, che nei giorni scorsi hanno manifestato davanti la sede della polizia locale chiedendo maggiore protezione da parte degli agenti. Presunti contrabbandieri avrebbero infatti fatto irruzione in una delle strutture, nate nel 2005 inizialmente come luoghi d’incontro per la comunità locale e divenute negli anni realtà che offrono alloggi e assistenza di base ai migranti in attesa di sbrigare le procedure legali, che a volte possono richiedere mesi, nella prospettiva di un eventuale ingresso negli Usa.

Molto più a sud, in un’altra terra messicana di confine, quello col Guatemala, si è formata una nuova carovana di quasi mille migranti — ad agosto se ne sono registrate sette — partita da Tapachula, in Chiapas, con l’obiettivo finale di raggiungere gli Stati Uniti. Nel gruppo viaggiano migranti da Venezuela, Ecuador, Repubblica Dominicana, Colombia, Honduras, soprattutto uomini ma anche circa 150 bambini e centinaia di donne. Puntano a raggiungere a piedi San Pedro Tapanatepec, nel vicino Stato di Oaxaca, dove sperano di ottenere il permesso di circolare liberamente attraverso il Messico e raggiungere poi il confine con gli Stati Uniti. Lì partirà l’iter per la richiesta d’asilo. Un altro rifugio, forse, li aspetta. (giada aquilino)