Ai partecipanti al capitolo generale dei Padri di Schönstatt

Le colonizzazioni ideologiche saccheggiano i valori umani

 Le colonizzazioni ideologiche saccheggiano i valori umani  QUO-199
01 settembre 2022

Pubblichiamo una nostra traduzione italiana del discorso in spagnolo rivolto dal Papa ai partecipanti al capitolo generale dei Padri di Schönstatt, ricevuti in udienza stamane, giovedì 1° settembre, nella Sala del Concistoro.

Cari padri di Schönstatt,

Ringrazio il nuovo Superiore Generale, padre Alexandre Awi Mello, per le sue cortesi parole, come pure per il suo servizio come segretario nel Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. E in altri servizi precedenti, perché questo l’ho conosciuto “da piccolo” (“de potrillo”), sei stato mio segretario ad Aparecida, poi mia guida nella visita a Rio de Janeiro, infine mio segretario causae. Grazie per la tua collaborazione durante questi ultimi anni in comunione con il Successore di Pietro, a favore di tutta la Chiesa. Ti auguro un ministero fecondo in questa nuova responsabilità che ti viene affidata. Desidero anche ringraziare Catoggio, ti rimandasse in Africa. Grazie. Grazie.

Cari padri della comunità di Schönstatt, prego lo Spirito Santo affinché faccia fruttificare tutti gli sforzi che avete compiuto durante il Capitolo Generale.

Il mistero della redenzione che Nostro Signore ha realizzato a favore di tutta l’umanità e del mondo intero, ha la nota caratteristica della parola ebraica berith, patto, o alleanza. Il sangue di Gesù versato sulla Croce e offerto in sacrificio di amore per tutti noi (cfr. Mc 14, 24; 1 Cor 11, 25) ha costituito un rapporto irrevocabile tra Dio e gli uomini: un’alleanza di amore, un’alleanza di salvezza.

E voi, cari fratelli, realizzate un bel servizio alla Chiesa e al mondo, specialmente accompagnado le famiglie nei diversi eventi e vicissitudini che attraversano, annunciando a tutti i membri la bellezza dell’“Alleanza di Amore” che il Signore ha stabilito con il suo popolo. Oggigiorno sono molti i matrimoni in crisi, i giovani tentati, gli anziani dimenticati, i bambini che soffrono. E voi siete portatori di un messaggio di speranza in queste situazioni oscure che attraversa ogni tappa della vita. E ciò avanza un po’ unito a quel saccheggio dei valori umani, un saccheggio che stanno selvaggiamente facendo le colonizzazioni ideologiche di ogni tipo.

Sì, Il mondo esige sempre più da voi che diamo risposte agli interrogativi e alle inquietudini degli uomini e delle donne del nostro tempo. Vediamo spesso che la natura della famiglia è attaccata da diverse ideologie, che fanno vacillare le fondamenta che sostengono la personalità dell’essere umano e, in generale, tutta la società. Inoltre, in seno alle famiglie, in molte occasioni si constata una distanza di comprensione tra gli anziani e i giovani. Recentemente, nelle catechesi del mercoledì, ho affermato che l’alleanza tra le generazioni, ossia degli anziani con i bambini, è ciò che può salvare l’umanità (cfr. Catechesi dell’udienza generale, 17 agosto 2022), poiché in tal modo si conserva l’identità personale e familiare; non si eredita solamente un patrimonio genetico o un cognome, ma anche e soprattutto si eredita la saggezza di ciò che significa essere umano, secondo il progetto di Dio. Il mistero della nostra redenzione è quindi intimamente legato anche all’esperienza vissuta dell’amore nelle famiglie. E non dimentichiamo che in ultima istanza la fede si trasmette sempre in dialetto attraverso le famiglie, attraverso gli anziani, i nonni.

Penso al modello che ci offre la Santa Famiglia, e specialmente la Vergine Maria, che si prende cura con un amore tenero e dedito di tutti i suoi figli e le sue figlie, soprattutto di quelli più poveri, nel corpo e nello spirito. Lei, nel bell’inno del Magnificat confessa le prodezze del Signore, che «ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1, 52-53), facendo riferimento alla promessa, all’alleanza fatta con i “nostri padri” nella fede (cfr. Lc 1, 55). La Beata Vergine Maria, venerata con grande amore da ogni membro della comunità di Schönstatt con il titolo di “Madre Tre Volte Ammirevole”, è un modello fondamentale per tutti, che spinge a creare ponti fondati sulla carità fraterna e sulla comunione dei beni con i più bisognosi, e al tempo stesso ci dà saggezza e coraggio per andare incontro a quanti si sono allontananti dall’amiciza con il Signore, per recuperarli con la testimonianza della vita nuova in Cristo, caratterizzata dalla misericordia.

Sul mio comodino è intronizzata la statuetta della Vergine, l’ha messa lì Alexandre, e dopo quindici giorni ha portato anche una corona per incoronarla. Ossia che ho tutta la cerimonia fatta della vostra “setta” [risate]. Così ogni volta che entro nella mia camera da letto è la prima cosa che vedo e devo ricordarmi di voi.

Vi incoraggio, cari fratelli, ad andare avanti nei vostri apostolati, rinnovandovi sempre con la grazia dello Spirito Santo e mostrando coraggio per aprire cammini nuovi al servizio delle famiglie, per far risplendere la bellezza dell’Alleanza — Alleanza, la bellezza dell’Alleanza — stabilita tra Dio e gli uomini, con la spiritualità e l’esperienza vissuta dei valori cristiani. Che Nostro Signore Gesù Cristo, con la mediazione della Mater Admirabilis, conceda sempre a tutti i membri della comunità di Schönstatt frutti abbondanti di santità. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.