DONNE CHIESA MONDO

Filippine
«Non privatevi della saggezza degli indigeni»

Victoria Tauli-Corpuz

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03 settembre 2022

«I popoli indigeni sono i migliori custodi delle foreste e della biodiversità». Victoria Tauli-Corpuz, “Vicky” per il sito di Indigenous Peoples Rights International di cui è fondatrice e co-direttrice, ha portato la lotta per la difesa delle popolazioni indigene e dei loro territori in giro per il mondo, per tutta la vita. Incoraggiando le iniziative collettive delle comunità indigene e spingendo le donne a difendere i loro diritti e quelli delle comunità cui appartengono.

Perché le donne, dice, «sono innovatrici e allo stesso tempo conservano e tramandano le tradizioni, anche attraverso la protezione dei semi. Sono loro a battersi contro la deforestazione e in difesa di suolo e acqua dall’inquinamento. Perché sono loro che, grazie alla posizione centrale nella produzione di cibo, lottano ogni giorno contro siccità, inondazioni e calamità naturali».

Donne come lei, «attivista indigena del popolo Kankana-ey Igorot; consulente per lo sviluppo sociale, leader civico, esperta di diritti umani, funzionaria pubblica e sostenitrice dei diritti delle donne».

Minuta e sorridente, sempre vestita con gli abiti tradizionali della sua etnia di antichi abitanti delle montagne della Cordillera nel Nord delle Filippine, Victoria Tauli-Corpuz non ha mai avuto timore di confrontarsi con il potere. Ha partecipato alla stesura della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni nel 2007, è stata presidentessa del Forum permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene dal 2005 al 2010 e presidentessa-relatrice del Fondo Volontario per le Popolazioni Indigene. Dal 2014 al 2020 è stata Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni. Ha fondato e gestito varie Ong, tra cui la Tebtebba Foundation, di cui è direttrice esecutiva.

Nel 2018 la sua vita è stata messa a rischio quando l’allora presidente delle Filippine Rodrigo Duterte l’ha inserita nella black list dei terroristi, accusandola di essere un membro del gruppo New People’s Army, il braccio armato del Partito Comunista Filippino.

«È una rappresaglia - è stata la sua reazione - Perché ho criticato apertamente il governo per gli omicidi ingiustificati, la legge marziale, lo sfollamento di popolazioni indigene, l’occupazione di territori da parte di militari e paramilitari».

In suo favore, in quell’occasione, si sono spese le più importanti istituzioni internazionali, dall’Onu all’Unione Europea. Perché quella di Vicky è una voce potente e autorevole. Così autorevole che il Papa l’ha voluta tra i dodici invitati speciali al Sinodo per l’Amazzonia. «Papa Francesco sta dando un messaggio importante all’opinione pubblica globale: non privatevi della saggezza ancestrale degli indigeni», ha detto in quella occasione.

Del resto, a suo parere «l’enciclica Laudato Si’ è molto in sintonia con i punti di vista sul mondo, i modi di vivere e i valori culturali che le popolazioni indigene promuovono e con cui conducono le loro vite: l’etica di prendersi cura della Terra, pensare alle generazioni future». E questo «rafforza le loro rivendicazioni».

Altro ringraziamento al Papa è per «il riconoscimento dell’importanza dei diritti umani. Le popolazioni indigene potrebbero dare un maggior contributo per risolvere i problemi del cambiamento climatico, se i loro diritti venissero rispettati: diritto di continuare a gestire le foreste in modo sostenibile; di piantare le colture appropriate per i loro ecosistemi; di accedere a un cibo buono, pulito, giusto e sano, che è parte della loro identità culturale. Quel testo valorizza le loro critiche alla modernità e alle imposizioni di rimedi tecnologi a problemi le cui soluzioni sono più politiche e sociali».

La considerazione da parte di alcune tra le persone più influenti del mondo non ha staccato Victoria Tauli-Corpuz dalle sue radici: «La mia esperienza più importante è quella di donna indigena».

Da giovane attivista, nelle Filippine, ha spinto le popolazioni indigene a organizzarsi per combattere i progetti del presidente Ferdinand Marcos, contribuendo a fermare la diga idroelettrica del fiume Chico, che avrebbe inondato i villaggi. E ha partecipato alle lotte che, tra gli anni Settanta e gli Ottanta, bloccarono le operazioni di disboscamento della Cellophil Resources Corporation su terre ancestrali dell’etnia dei Tinguianns.

Victoria Tauli-Corpuz è consulente indigena e di genere del Third World Network, membro del Comitato consultivo delle organizzazioni della società civile del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite e membro del World Future Council.

«Le popolazioni indigene e le comunità locali - rivendica - detengono abitualmente oltre il 50 per cento delle terre del mondo, ma hanno diritti legalmente riconosciuti solo sul 10 per cento. Ciò consente ai governi di dichiararle illegali sulle terre in cui hanno vissuto e che hanno protetto per generazioni. Alla radice della crisi globale, c’è il razzismo sistematico». Ma qualche spiraglio si sta aprendo: «Per fortuna adesso la questione della criminalizzazione dei popoli indigeni sta uscendo allo scoperto». (federica re david)