«Giuditta e l’orecchio del diavolo» di Francesco D’Adamo

Storia della bambina
che parlava con i monti

 Storia della bambina che parlava con i monti  QUO-191
23 agosto 2022
«Era una cosa che — lo sapeva — non si sarebbe mai perdonato del tutto. È vero, c’era la guerra e lui faceva quello che doveva fare, ma non se lo sarebbe perdonato lo stesso e pregò che una cosa del genere non toccasse mai ai suoi figli». Nell’autunno del 1944 durante l’occupazione tedesca, in un paesino di montagna del nord Italia una ragazzina viene portata di nascosto a casa di Caterina, la moglie di Oreste detto Sandokan, il capo della banda partigiana che opera sui monti, e dei suoi figli, Giulio (11 anni) e Tonino (7). Si chiama Giuditta, è ebrea e di tutta la sua famiglia è la sola scampata alla deportazione. La ragazzina è strana, difficile, i bambini hanno timore di lei, di quel “viso che sembrava tagliato nella pietra, duro e storto e cattivo, con le labbra serrate, sottili e ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati