È allarme erosione in Africa occidentale

Il mare divora
le coste del Senegal

Remains of cut down filao tree that were affected by salt water due to the rising sea levels and ...
18 agosto 2022

I resti di alberi ritratti in questa fotografia non sono resti qualsiasi. Sono resti di filao, una pianta particolarmente preziosa perché tollerante alla salsedine e capace di colonizzare suoli poveri di minerali. Per questo, viene definito “albero pioniere”. Ma la sua resistenza nulla può contro l’innalzamento del livello del mare e contro l’erosione costiera in corso in Senegal. Travolti dalle acque salate, anche gli alberi di filao hanno dovuto cedere il passo al mare.

La loro scomparsa, in realtà, è l’emblema di un problema ben più grave: quello del ritiro delle coste nell’Africa occidentale, dovuto sia a calamità naturali, sia all’estrazione di sabbia, una pratica di per sé illegale, ma molto redditizia per l’edilizia. Esempio di tutto ciò è proprio il Senegal: tra il 1954 e il 2002, la costa del Paese si è ritirata in media di 2,2 metri all’anno, raggiungendo i 3 metri all’anno tra il 2014 e il 2018.

Ma il dramma dell’erosione costiera colpisce anche Benin, Togo, Costa d’Avorio, Mauritania e São Tomé e Príncipe, dove in media, ogni anno vengono risucchiati tra i 2 e i 5 metri di spiagge. Dal 2018, i governi nazionali stanno portando avanti il Waca (West Africa Coastal Areas Management Program), il programma della Banca Mondiale che punta ad impedire l’erosione di 110 km di coste dell’Africa occidentale entro il 2023, grazie alla costruzione di dighe e muri di protezione, nonché al rimboschimento di 8.000 ettari di terreno. Intanto il mare continua ad avanzare. (isabella piro)