Il sostituto della Segreteria di Stato inviato papale alla chiusura dell’anno giubilare altagraciano

In difesa della famiglia
e del valore della vita

 In difesa della famiglia e del valore della vita  QUO-186
17 agosto 2022

L’immagine della Madonna di Altagracia è «una difesa del valore della famiglia come istituzione e dei legami familiari che sono stati e sono duramente messi alla prova, denigrati ed emarginati», ma che, allo stesso tempo, continuano «a essere il punto di riferimento più saldo, il sostegno più forte, il custode insostituibile per la stabilità dell’intera comunità umana e sociale». Lo ha sottolineato l’arcivescovo Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, presiedendo le celebrazioni di chiusura del centenario dell’incoronazione di Nostra Signora di Altagracia. Il rito si è svolto lunedì mattina, 15 agosto, nello stadio olimpico Félix Sánchez, a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. Il presule, nominato da Papa Francesco suo inviato speciale alle celebrazioni per la conclusione dell’anno giubilare altagraciano, ha trasmesso l’affettuoso abbraccio e la benedizione del Pontefice a tutti i vescovi, ai sacerdoti, alle suore, ai religiosi, ai fedeli presenti e a quelli spiritualmente uniti alla celebrazione in tutto il Paese, così come alle autorità civili e militari.

L’immagine della Vergine, ha evidenziato il sostituto nell’omelia, è anche «un simbolo della famiglia come Chiesa domestica, dove si imparano le prime lezioni di fede». Da qui, l’invito a sostenere la comunità famigliare e a difenderla da tutto ciò che «mette in pericolo la sua bellezza», avvicinandosi «a questo mistero d’amore con stupore, discrezione e tenerezza», impegnandosi a salvaguardare «i suoi legami preziosi e delicati: figli, genitori, nonni». Infatti, ha aggiunto, c’è bisogno di «questi legami per vivere e vivere bene, per rendere l’umanità più fraterna».

L’arcivescovo ha poi invitato a riflettere sulla scena raffigurata nel dipinto di Nostra Signora di Altagracia. Essa induce ad adorare il Bambino Gesù nell’umiltà della mangiatoia, dove «è così amorevolmente accudito da sua Madre Maria e da san Giuseppe». In effetti, l’immagine di Altagracia «insegna a dare priorità al valore della vita e della famiglia». La sua immagine è «una difesa e un appello a favore della vita e della dignità delle persone, di qualunque razza e condizione esse siano; poiché siamo tutti figli dello stesso Dio Padre e figli della Vergine Maria e Madre; nonché fratelli in Gesù Cristo».

Monsignor Peña Parra ha messo in evidenza il fatto che la vita, nella Costituzione della Repubblica Dominicana, sia «il primo diritto civile a essere menzionato».

Poi il presule ha rivolto un pensiero particolare ai giovani, che sono il futuro del Paese e dell’umanità. Quindi, ha rivolto un appello alle nuove generazioni di dominicani, invitandoli a non lasciarsi «sedurre dall’edonismo, dalle ideologie — che sono moderni colonialismi —, dall’evasione, dalla droga, dalla violenza e dalle mille ragioni che sembrano giustificarle». Al contrario, essi devono prepararsi a essere gli uomini e le donne del futuro, «responsabili e attivi nelle strutture sociali, economiche, culturali, politiche ed ecclesiali del Paese», affinché «plasmati dallo spirito di Cristo» e dalla loro «ingegnosità nel trovare soluzioni originali», possano «contribuire a uno sviluppo sempre più umano e cristiano»: raccogliendo «la fiaccola della fede e le sane tradizioni tramandate dai vostri anziani — ha esortato — lanciatevi nel futuro con coraggio e speranza».

Nell’occasione, l’arcivescovo ha offerto alla Madonna di Altagracia la rosa d’oro, con la quale Papa Francesco «vuole unirsi spiritualmente come pellegrino all’immensa moltitudine di uomini e donne, giovani e anziani, che vengono in questo santuario». L’offerta della rosa d’oro, ha spiegato, «è un antichissimo omaggio alla Regina dei Cieli che i Papi concedono eccezionalmente a immagini di grande devozione tra i fedeli, in occasioni speciali, come il centenario dell’incoronazione canonica». La rosa simboleggia «un fiore che non appassisce, ed è un fiore che rappresenta tutto il popolo domenicano: bambini, giovani, adulti che vengono a venerare la Vergine di Altagracia, affidandole la loro vita, i loro desideri e le loro necessità, e chiedendo la sua intercessione presso il Signore». In questa rosa d’oro, ha detto, «siamo tutti inclusi, tutti insieme a Maria, al riparo sotto il suo manto, vicinissimi al suo Cuore Immacolato. Inoltre — ha aggiunto rivolgendosi ai presenti — ogni volta che vedrete questa rosa, accanto alla Santa Vergine, ricordatevi anche del Santo Padre e pregate per lui e per la Chiesa universale che è nostra madre».

Prima della liturgia eucaristica, nella mattinata, il presule aveva incontrato le autorità civili e religiose a Puerta del Conde, dove, esattamente cento anni fa, è avvenuta l’incoronazione canonica dell’immagine della Madonna di Altagracia. Nel saluto, il presule aveva sottolineato che la bella immagine, «come una madre amorevole, veglia su tutti i figli e le figlie di questa bella terra», dove ebbe inizio «la prima evangelizzazione del continente americano».

Queste terre, aveva aggiunto, «sono state testimoni dell’arrivo di un’altra civiltà che ha cambiato la percezione del mondo di allora e che ha portato agli abitanti di questo nuovo continente cambiamenti positivi, ma anche negativi». In questo senso, aveva notato riferendosi al viaggio in Canada, Papa Francesco «ha recentemente ricordato nella sua visita a un Paese di queste latitudini» che la «storia di dolore e di disprezzo», originata da una mentalità colonizzatrice, «non è facilmente sanabile». Allo stesso tempo, nell’esortazione apostolica Querida Amazonia, egli avverte che «la colonizzazione non si ferma, ma in molti luoghi si trasforma, si camuffa e si traveste». Questo è il caso della colonizzazione ideologica. Infatti, se un tempo «la mentalità colonialista si disinteressava della vita concreta dei popoli, imponendo modelli culturali precostituiti», oggi non mancano «colonizzazioni ideologiche che contrastano la realtà dell’esistenza e che soffocano il naturale attaccamento ai valori dei popoli, cercando di sradicare le loro tradizioni, la loro storia e i loro legami religiosi».

La colonizzazione ideologica sta colpendo «duramente anche i popoli latinoamericani». Da qui, l’invito a essere vigili perché essa «cerca di annientare il valore sacro della vita umana, dal suo inizio alla sua fine naturale» e di «smantellare l’importanza della famiglia come cellula fondamentale della società, necessaria per la crescita sana dei popoli», così come cerca di «rubare il futuro alle giovani generazioni, proponendo loro un percorso incerto, che non ha alternative se non la precarietà del provvisorio».