In Aula Paolo VI
E se l’Aula Paolo VI — oggi come ogni mercoledì, nell’abbraccio del Papa con chi si è messo in cammino per incontrarlo — fosse esperienza e persino icona di «un mondo di pace»? Il luogo fisico della proposta “fratelli tutti”?
Non è forse una icona il dialogo — tessuto con la semplicità dei piccoli gesti e soprattutto con gli sguardi — tra Francesco e un bambino che stamani gli si è accostato durante l’udienza?
E non sono «cammini di dialogo e di confronto per costruire un mondo di pace» — come ha detto il Papa — quelli percorsi dai giovani che stanno vivendo l’esperienza del campo internazionale organizzato, a Castiglione della Pescaia, dall’Opera fiorentina “Giorgio La Pira”?
Ortodossi russi — in particolare due sacerdoti e una catechista venuti da San Pietroburgo — insieme a migranti arrivati da Afghanistan, Etiopia e Yemen. E ancora giovani dell’Africa (Madagascar), dell’America (Perú e Brasile) e dell’Asia (Cina). Dalla Terra Santa, poi, sono arrivati palestinesi (musulmani e cristiani) e israeliani e, con loro, ci sono anche i giovani musulmani italiani accompagnati dall’imam di Firenze. Ad accogliere a braccia aperte tutte queste realtà ci ha pensato la comunità dell’Opera che si richiama proprio alle attualissime intuizioni di La Pira.
La possibilità concreta che persone di diverse religioni e culture possano vivere insieme promuovendo la pace è l’impegno, non solo a parole, che questi giovani hanno voluto testimoniare stamani al Papa.
Dice Owda Alhadlin, palestinese di Hebron: «Nel campo viviamo insieme anche se siamo di religioni diverse: non è difficile se accetti gli altri come loro accettano te». E così nascono grandi amicizie che portano alla vera pace: «Questa esperienza ha cambiato molto la mia personalità e vorrei si realizzasse in tutti i luoghi del mondo dove le persone di religioni diverse pensano di essere nemiche».
Non c’è nulla di improvvisato in questi dialoghi fraterni, fa presente Gabriele Pecchioli, presidente dell’Opera: «Andiamo avanti nel solco tracciato da La Pira, che ha incentrato la sua azione politica di pace sulla triplice famiglia di Abramo — ebrei, cristiani e musulmani — e nel dialogo franco con la Russia, negli anni complessi della “cortina di ferro”».
Particolarmente significativa in Aula Paolo vi , inoltre, la presenza delle religiose capitolari della congregazione delle Suore dell’Immacolata, che Papa Francesco conosce bene perché hanno collaborato con lui nella curia di Buenos Aires. Evangelizzazione, specialmente dei giovani, e servizio alle persone più fragili sono i cardini del carisma della congregazione.
di Giampaolo Mattei