10 agosto 2022
Ascoltare il Rigoletto a Kiev, nel Teatro dell’Opera riaperto da poco, stracolmo di gente e pieno di giovani, è stata un’esperienza toccante. Vedere gli spettatori, in assoluto silenzio, trascinati dall’impeto romantico della musica di Giuseppe Verdi che impasta passioni travolgenti — l’amore, la vendetta, la morte e il dolore — quel dolore di cui il popolo ucraino sta facendo spietata esperienza, mi ha profondamente emozionato. E quando, nella scena finale, Rigoletto inginocchiato in terra tiene per mano la figlia Gilda morente, e canta: «Non morir mio tesoro, pietade...mia colomba...lasciarmi non dèi...se t’involi qui sol rimarrei..., non morire o qui teco morrò...», un brivido ha attraversato il teatro, e molti hanno ricordato l’immagine del padre inginocchiato sull’asfalto che tiene ,implorante, ...
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