Betoniera

Questione di spettri

 Questione  di spettri  QUO-175
02 agosto 2022
Le consonanti, raddoppiate, triplicate dalla voce di Fabrizio Gifuni risuonano come un grido, amaro o beffardo, a seconda del significato della frase. Come un’invocazione smarrita, con la stanchezza che si abbatte su chi si sente tradito (in senso etimologico, “consegnato”) abbandonato dai compagni di tante battaglie, dolente Coriolano che non ha bisogno delle parole del Bardo per esprimere tutta la sua incredula disperazione. In scena c’è solo un microfono e la gamma completa dei registri che una voce umana può esplorare, dalla tenerezza all’angoscia. Gifuni è stato molte volte Aldo Moro, da Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana nel 2012 alla serie Esterno Notte di Bellocchio, ma il massimo dell’immedesimazione lo ottiene nel monologo Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e ...

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