Stamane nella Sala stampa della Santa Sede il consueto “briefing” prima della partenza

Il pellegrinaggio penitenziale di Francesco in Canada

Gilda Soosay, president of Our Lady of Seven Sorrows Parish Council in Maskwacis, is pictured at the ...
20 luglio 2022

«Pellegrinaggio penitenziale», come egli stesso lo ha definito, l’imminente viaggio di Papa Francesco in Canada è stato presentato stamane nella Sala stampa della Santa Sede ai giornalisti accreditati. Il direttore Matteo Bruni ha illustrato il programma della trentasettesima visita internazionale, la prima da quando si è aggravato il problema al ginocchio del Pontefice, che dal 24 al 30 luglio volerà dall’altra parte dell’Atlantico soprattutto per incontrare le tre popolazioni originarie dell’immenso Paese nordamericano — Prime Nazioni, Inuit e Métis — e per “camminare insieme” con esse lungo la strada della riconciliazione e della guarigione, come recita il motto scelto dagli organizzatori.

E se le “First nations” rappresentano la comunità predominante di indigeni nella parte meridionale del territorio della nazione nordamericana, gli Inuit fanno parte di uno dei gruppi principali che abitano la zona artica; e i Métis, situati nell’area più occidentale del Paese, sono i meticci discendenti dall’unione fra indigeni ed europei.

Un viaggio fatto da vari momenti di incontro personale per ribadire la “vicinanza” di Papa Bergoglio a quelle comunità, come risposta concreta ai dialoghi svoltisi in Vaticano a fine marzo e inizio aprile scorsi, che hanno avuto come sfondo il lungo processo di verità e riconciliazione sulla drammatica vicenda degli oltre 150mila bambini indigeni costretti a frequentare le “scuole residenziali” affidate dal governo, con scarsi finanziamenti, a Chiese cristiane (cattolica, protestante e anglicana) nell’ambito della politica di assimilazione forzata promossa per oltre un secolo dallo Stato canadese tra il 1870 e il 1996, quando l’ultima di esse fu chiusa.

Ed è proprio per non perdere la memoria dello «sradicamento imposto alle popolazioni indigene e le ferite loro inferte» che il successore di Pietro intende recarsi in Canada, con soste nei territori della diocesi di Edmonton, dell’arcidiocesi di Québec e della remota diocesi di Churchill - Baie d’Hudson a ridosso del Circolo polare artico. Nove gli interventi previsti tra discorsi e omelie che Papa Francesco pronuncerà in spagnolo nell’arco di sei giorni. Due le messe: la prima in uno stadio ad Edmonton il 26, festa dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Beata Vergine Maria, dunque con una particolare intenzione per i nonni; la seconda al santuario nazionale di Sainte Anne de Beaupré, Québec, il 28, “per la riconciliazione”.

Quello annunciato per la prima volta a ottobre dello scorso anno, ribadito nelle intenzioni durante gli incontri in Vaticano di marzo e aprile e confermato ufficialmente a maggio, è dunque — ha spiegato Bruni — «un pellegrinaggio che continua, in diversi luoghi del Paese, scelti proprio in questa prospettiva», ovvero quella dell’ascolto con le popolazioni indigene. Ed «avrà sullo sfondo anche un tema caro che unisce le preoccupazioni del Papa e di quei popoli: la cura del creato», ha commentato il direttore della Sala stampa.

Lo stesso logo della visita è opera di un artista aborigeno, Shaun Vincent, il cui processo creativo è ispirato dalla natura, in particolare quella delle terre della sua comunità Métis del Manitoba. È rappresentato da un cerchio contenente simboli stilizzati, la cui forma rievoca gli elementi del ciclo vitale — sole, terra e acqua — al cui interno sono raffigurate mandrie di caribù e bisonti, branchi di pesci, aquile, la colomba della pace e le chiavi di San Pietro.

Quello nel “mosaico culturale canadese” è il secondo viaggio di questo 2022 per Francesco, dopo la visita a Malta di inizio aprile, essendo stata rinviata a data da destinarsi, proprio per le difficoltà di movimento del Pontefice, quella prevista ai primi di luglio in Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo. Purtroppo anche la trasferta canadese avviene mentre l’Europa e il mondo continuano ad assistere impotenti al conflitto in Ucraina, e gli immigrati di questa martoriata popolazione sono tra le comunità più numerose del Canada. Papa Bergoglio torna nel continente americano dopo tre anni e mezzo: l’ultima volta era stata nel gennaio 2019 per la Giornata mondiale della Gioventù (Gmg) di Panamá. Da quando è stato eletto al soglio di Pietro ha visitato Brasile, per la Gmg di Rio de Janeiro (2013), Ecuador, Bolivia e Paraguay (2015), Cuba e Stati Uniti d’America (2015), Messico (2016), Colombia (2017), Cile e Perú (2018).

Prima di lui Giovanni Paolo ii si recò in Canada nel 1984, dal 9 al 20 settembre, per dodici giorni toccando ben quattordici città, tra le quali anche Québec ed Edmonton; nel 1987, il 20 settembre, quando sull’isoletta di Fort Simpson celebrò la messa per i popoli indigeni annullata nel viaggio precedente a causa della nebbia; e nel 2002, dal 23 al 29 luglio, per la Gmg di Toronto. Anch’egli compì gesti e pronunciò parole che suonarono come un’apertura alla rivendicazione dei diritti degli autoctoni.