Il racconto dei migranti cubani costretti a chiedere l’elemosina in Honduras per viaggiare verso gli Stati Uniti

Pochi spiccioli
in cambio di speranza

Cuban migrant Diana Rosa Guzman, 48, and her granddaughter Brianna, 6, beg a taxi driver for money ...
19 luglio 2022
Comayagüela è un sobborgo di Tegucigalpa, in Honduras. Nel tempo la zona è diventata una delle tappe di passaggio per centinaia di migranti cubani che tentano di raggiungere gli Stati Uniti. Diana Rosa Guzman, 48 anni, è una di loro. Chiede l’elemosina per le strade, assieme alla nipotina di sei anni. Lavorava in una casa di riposo poi, quando le condizioni di vita sono peggiorate, ha deciso con la sua famiglia di abbandonare abitazione e lavoro. «Siamo partiti a causa dell’aggravarsi della situazione economica a Cuba. Il salario è appena sufficiente: se compri un paio di sandali, non puoi mangiare», racconta la donna all’Afp. Vendendo quel che aveva, ha comprato i biglietti aerei per la Guyana, al costo di 1.500 dollari a persona. Con lei, oltre alla bambina, ci sono anche la sorella, la ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati