Bailamme

Dio e musica
un cortocircuito affascinante

  Dio e musica un cortocircuito affascinante  QUO-154
08 luglio 2022

Barnaba è un giovane barista che serve un ottimo caffè al cioccolato. È un amante della musica lirica, conosce a memoria le arie più celebri e un giorno, tra una tazzina e l’altra, mi ha detto a bruciapelo: «chissà, forse Dio è musica». Caspita! Non mi era mai capitato di sentir descrivere Dio come “musica”. Ci penso su. La musica è l’arte di comporre successioni strutturate di suoni che variano nel tempo e nello spazio. Da sempre la musica e la religione vanno d’accordo. Basti pensare ai Salmi (che infatti erano cantati), ma pare che già nella preistoria il suono dei tamburi fosse una forma di preghiera. Insomma, la musica da sempre sembra aiutare ad entrare in contatto con il trascendente. La musica parte dal ritmo, «un selvaggio battere di tamburi nella giungla» (Eliot). Per Aristotele il ritmo è «ordinamento di tempi». Orazio lo chiama sonus legitimus. Il ritmo è dunque l’ordine giusto. Ma cosa fa la musica esattamente? Il grande compositore Leonard Bernstein suggerisce che «può nominare l’innominabile e comunicare l’inconoscibile». Per lo straordinario jazzista Bill Evans «la musica dovrebbe arricchire l’anima; insegnare la spiritualità, mostrando alla persona una parte di sé che non avrebbe scoperto altrimenti». Va bene, è tutto bellissimo. Ma da dove nasce tutto questo? Mi viene in mente allora la cosa più semplice: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio». Il Verbo è la parola, il Logos che dunque tutto ha creato. Ma la parola è suono, prima vibrazione (dunque anche movimento). Che meraviglia anche solo pensarci, una piccola, piccolissima vibrazione, da cui nasce tutto! Ma in greco Logos deriva da legein, che significa anche “tenere assieme”, in altre parole creare relazione. E quale relazione è più forte e profonda se non quella data dall’Amore? Che cortocircuito straordinario e affascinante: Dio, musica e Amore. Il mio caffè nel frattempo è pronto. E mentre lo sorseggio, ecco che Barnaba ne aggiunge un’altra: «la musica è l’unica arte che arriva sempre in maniera diretta. Non serve neanche aver studiato. Basta ascoltare e ti fa provare emozioni». Eh già, che mistero. Come quando leggi un passo delle Scritture che non afferri, ma senti che comunque ti scalda il cuore. Ma a questa cosa ci penso un’altra volta.

di Nicola Bultrini