04 luglio 2022
«Deep stupidity», stupidità profonda, la chiamava Peter Brook. La tendenza a trasformare il lavoro in teatro in un duello di potere tra ruoli diversi, quando è evidente quanto sia fondamentale e necessario il contributo di ognuno: autore, regista, attori, tecnici, collaboratori. Sottovalutando (o dimenticando del tutto) tra l’altro, il ruolo creativo degli spettatori, che con la loro presenza fisica, la loro attenzione, la loro energia interiore ridestata da quello che succede sul palco possono trasformare uno spettacolo di routine in un autentico incontro di anime. O meglio, di «energie invisibili» come le chiamava Brook.
Difficile riassumere un secolo di intensa vita creativa in poche righe; negli obituaries usciti sulla stampa di tutto il mondo i fitti elenchi di opere firmate dal regista inglese ...
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