Tragedia di migranti in Texas: 46 morti asfissiati in un camion
La preghiera del Papa «per questi nostri fratelli morti mentre inseguivano la speranza di una vita migliore

Le lacrime non bastano più

A woman reacts at the scene where people were found dead inside a trailer truck in San Antonio, ...
28 giugno 2022

Le lacrime non bastano più. Non bastano più quando la cronaca racconta di 46 migranti ritrovati morti in un camion abbandonato alla periferia di San Antonio, in Texas. Una notizia appresa «con dolore» da Papa Francesco che, sul suo account Twitter @Pontifex, chiede preghiere «per questi nostri fratelli morti mentre inseguivano la speranza di una vita migliore; e per noi, perché il Signore ci apra il cuore e queste disgrazie non accadano più». Nel tweet il Pontefice invita a pregare anche per i migranti deceduti a Melilla nei giorni scorsi.

Con molta probabilità, i 46 immigrati del Texas sono deceduti per asfissia: avevano attraversato il confine tra gli Stati Uniti e il Messico stipati nel veicolo chiuso, con temperature vicine ai 40 gradi. Oltre alle vittime, le forze di sicurezza — intervenute sul posto dopo una segnalazione su alcune grida provenienti dal camion — hanno recuperato 16 feriti, di cui 12 adulti e 4 bambini, tutti ricoverati in strutture mediche. Al momento, sono state fermate tre persone, ma non è chiaro se tra loro ci sia l’autista del mezzo pesante il quale, secondo gli inquirenti, avrebbe abbandonato il veicolo poco prima dell’arrivo della polizia.

Teso il clima politico: il governatore del Texas, il repubblicano Greg Abbott, in un tweet, punta il dito contro il capo della Casa Bianca, Joe Biden, e contro «le sue politiche mortali di frontiera aperta e il suo rifiuto di far rispettare la legge. Queste morti sono sue». Alleato dell’ex presidente Donald Trump, di cui vuole completare il muro con il Messico, Abbott denuncia da tempo l’emergenza immigrazione illegale in Texas che, solo nell’ultimo mese, ha visto coinvolte 44.000 persone.

Immediata la replica del candidato democratico a guidare il Texas, Beto O’Rourke che, sempre su Twitter, sottolinea: «Abbiamo bisogno di un’azione urgente: smantellare le reti del traffico di esseri umani e sostituirli con vie più ampie per la migrazione legale che riflettano i nostri valori e soddisfino le esigenze del nostro Paese». Cordoglio viene espresso dall’arcivescovo di San Antonio, Gustavo Garcia-Siller, il quale prega affinché «il Signore abbia pietà» dei 46 defunti che «speravano in una vita migliore».

La tragedia accaduta ieri a San Antonio è tra le più gravi della storia del Texas dell’ultimo decennio, dopo quella del 2017 in cui persero la vita dieci immigrati, rimasti chiusi in un camion parcheggiato presso un supermercato. Senza dimenticare le 19 vittime del 2003, ritrovate all’interno di un mezzo pesante a sud-est dello Stato americano.

Ma quello di San Antonio non è l’unico dramma dei migranti di queste ultime ore: nel Mediterraneo centrale, la nave Geo Barents di Medici senza frontiere riferisce di una donna morta e 22 dispersi a causa del tragico naufragio di un gommone alla deriva. 71, invece, le persone tratte in salvo, tra cui un neonato di quattro mesi che è stato rianimato grazie al massaggio cardiaco. «Quando abbiamo ricevuto l’allerta — riferiscono gli operatori — abbiamo lanciato le lance di soccorso e, arrivati vicino al gommone, lo abbiamo trovato sfondato e con un tubolare rotto». Al sicuro anche le 303 persone recuperate dai marosi grazie alla nave della ong tedesca Sea Watch 4 e che sono sbarcate a Porto Empedocle, dopo giorni di attesa in mare. Ulteriori sbarchi si sono verificati nella notte sull’isola di Lampedusa, dove sono approdati 59 migranti che erano stati salvati dalle acque del Mediterraneo dalla nave Louise Michel. Approdi in aumento anche a Pantelleria: 1.300 i migranti sbarcati finora.

Intanto, in una nota, i vescovi cattolici europei, radunati nella Comece, chiedono «un’indagine indipendente e affidabile» su quanto accaduto venerdì scorso a Melilla, al confine tra Marocco e Spagna. La stessa richiesta viene avanzata dall’Ou. Almeno 23 i migranti morti schiacciati dalla calca, provocata da migliaia di persone che tentavano di varcare la frontiere. La Comece esorta inoltre «all’identificazione delle vittime e alla restituzione delle loro spoglie alle famiglie», auspicando infine il rispetto della «dignità inalienabile e dei diritti fondamentali di migranti e rifugiati».