Presentato il nuovo mensile del giornale del Papa

La rivoluzione della strada

 La rivoluzione della strada  QUO-146
28 giugno 2022

Sono già pronti a essere “le braccia” della “voce” del Papa gli ospiti di Palazzo Migliori, la struttura affidata dal Dicastero per il servizio della carità alla Comunità di Sant’Egidio per dare un tetto a chi non ne ha. E che è divenuta ora una nuova “redazione” de «L’Osservatore Romano». Con le finestre spalancate su piazza San Pietro: quindi su Roma, sul mondo.

Significativamente proprio domani 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo — dopo la recita dell’Angelus a mezzogiorno con Papa Francesco — alcune persone etichettate come «povere» distribuiranno tra le donne e gli uomini in piazza San Pietro «L’Osservatore di strada». È il nuovo mensile de «L’Osservatore Romano» che intende rendere protagonista chi solitamente non viene ascoltato, i poveri, le persone ferite dalla vita, chi viene messo alla porta ed escluso.

Un «giornale rivoluzionario» ha detto il direttore Andrea Monda presentandolo stamani, nella Sala stampa della Santa Sede, con Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione, e Piero Di Domenicantonio, coordinatore del mensile. E alla presenza del cardinale romano Enrico Feroci, già direttore della Caritas diocesana, che partecipa in prima linea a questa «rivoluzione». Con le realtà caritative romane alle quali ha dato voce Carlo Santoro: «“L’Osservatore di strada” è un’occasione da cogliere per rendere più umana Roma e, speriamo, poi anche altre città».

Santoro è il responsabile dell’accoglienza a Palazzo Migliori, forte di un’esperienza dal 1984 con la Comunità di Sant’Egidio tra gli ultimi che vivono nella zona intorno al Vaticano. Facendo eco alla «rivoluzione» indicata da Monda, Santoro ha parlato di «giornale fuori dalle logiche consuete», perché punta su «amicizia sociale e fraternità» — è l’eloquente sottotitolo del mensile — e «rappresenta tutti i poveri, anche quelli che non scriveranno mai un articolo».

Il nuovo mensile, ha fatto notare Monda, «è frutto di un bel gioco di squadra: da soli non si va da nessuna parte, il Papa lo dice sempre. Non è facile fare un giornale così», ma «se i media vaticani devono comunicare la voce della Chiesa, la voce del Papa, dobbiamo offrire le chiavi di lettura di questo pontificato e di questo tempo».

Una provocatoria «novità», che interpella tutti, suggerita da «L’Osservatore di strada»? La propone Piero Di Domenicantonio: mettersi comode scarpe da ginnastica per andare in giro a stringere amicizie tra «gli scartati». Il coordinatore del mensile ha raccontato la sua personale esperienza tra i poveri, per strada perché proprio di questi incontri è fatto il mensile. Insomma, non è solo dare voce a chi non ce l’ha ma è parlare, scrivere, disegnare, cantare insieme. Del resto «creare relazioni», ha fatto presente Di Domenicantonio, è l’obiettivo del mensile, dando così piena dignità e valore alla storia di ciascuno. Non limitandosi a un seppur importante, doloroso, racconto di denuncia che rischia — tragicamente — persino di assuefare.

«Non è un giornale pensato “per” i poveri ma “con” i poveri» — e in quel «con» c’è tutto — ha spiegato Andrea Tornielli. Come testimoniato dagli incalzanti video realizzati da Vatican News, «“L’Osservatore di strada” coinvolge tutto il Dicastero per la comunicazione» ha detto Tornielli, ricordando la vivace esperienza della rete già esistente dei giornali di strada.

Il giornale sarà pubblicato la prima domenica di ogni mese, sia in versione cartacea che online (https://www.osservatoreromano.va/it/osservatore-di-strada.html). La diffusione delle copie cartacee del mensile avverrà ogni domenica nei pressi di piazza San Pietro, in occasione della preghiera dell’Angelus guidata da Papa Francesco. Saranno sempre gli ospiti di Palazzo Migliori a curare la distribuzione. Ma con un amico in più: il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, ha subito abbracciato e rilanciato il progetto: «Ogni giorno andiamo per le strade dei nostri quartieri — ha dichiarato — ma troppo spesso con lo sguardo assente o indifferente a ciò che ci circonda. Dimentichiamo che la strada è anzitutto una scuola di vita, una “maestra” che può farci incontrare i dolori e le speranze dell’uomo e della donna di oggi! Come scuola di vita la strada è anche palestra della sinodalità perché la strada ci chiede un orientamento e ci spinge a condividere il cammino, a camminare insieme facendoci compagni di viaggio. Per questo motivo — ha concluso il cardinale Grech — desidero plaudire l’iniziativa “L’Osservatore di strada” e quanti l’hanno ideato. Questo mensile può aiutarci ad aprire tante strade perché la Chiesa risponda sempre meglio alla suo vocazione missionaria».