La distruzione dell’ambiente, delle città e delle opere d’arte in Ucraina

Per essere,
bisogna essere stati

 Per essere,  bisogna essere stati  QUO-143
24 giugno 2022
Le migliaia di morti e feriti e i milioni di profughi che contiamo in Ucraina dal 24 febbraio, danno la dimensione più cruda e reale della guerra in atto. La concreta drammaticità di un numero così elevato di vittime tende ad allontanare ogni ragionamento sulle cose; sentiamo come ingeneroso, quasi sacrilego, quantificare i danni, certo importanti, ma secondari rispetto alla vita di persone costrette a combattere e resistere in condizioni di estrema difficoltà, oppure a fuggire affrontando devastanti sofferenze. Eppure l’uso esteso di ordigni che continuano a distruggere un importante patrimonio, esprime con altrettanta evidenza e durezza la volontà di colpire un Paese, cancellandone le tradizioni, culturali e storiche, che, peraltro, sono le testimonianze più evidenti di uno sviluppo quasi ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati