Ma la domanda dell’Altrove
24 giugno 2022
Non c’è che dire. Juan Manuel de Prada, nel contributo uscito su «Vita e pensiero» e qui ripresentato, non le manda a dire: «La nostra epoca sembra aver elevato a dogma inattaccabile il fatto che la letteratura degna di questo nome deve escludere l’inquietudine religiosa. […] Ogni scrittore che si rispetti o che desideri godere di stima all’interno della conventicola culturale deve fare pubblica professione di ateismo. […] Lo scrittore del nostro tempo non solo si proclama o si mostra ateo attraverso le sue opere, ma si mostra pubblicamente coinvolto nell’ateismo, poiché ritiene che credere in Dio sia un pericoloso errore». Insomma, narrativa e teologia ormai sembrerebbero rette decisamente parallele in cui sono spariti quelle passarelle che mettevano in comunicazione la capacità di ...
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