In Siria riapre ai pellegrini il monastero di Mar Musa

Una luce nell’oscurità
della guerra

Monks and nuns sit in prayer and contemplation at Deir Mar Moussa Al-Habashi (St Moses the Ethiopian ...
21 giugno 2022

Un segno di speranza in un paese martoriato da undici anni di guerra, che ieri il Papa ha invitato a non dimenticare: il monastero di Mar Musa al-Habashi (San Mosè l’Abissino), uno dei più antichi della Siria, ha riaperto i battenti all’inizio di giugno, nell’attesa che tornino nuovi pellegrini e visitatori da tutto il mondo. Arroccato in mezzo al deserto a due ore di macchina a nord di Damasco, dagli anni Novanta era diventato un centro dedicato alla mutua comprensione e collaborazione tra cristiani e musulmani, per iniziativa del gesuita Paolo Dall’Oglio, trasferitosi stabilmente a Mar Musa nel 1991. Dopo l’inizio della guerra nel 2011, il monastero non ha subito danni materiali, ma il rapimento di padre Dall’Oglio, avvenuto nel 2013, ha inferto alla comunità monastica un duro colpo.

Oggi, solo poche persone, tra monaci e suore, vivono a Mar Musa, che dispone di diverse stanze per gli ospiti e una grande biblioteca. «In questo luogo — afferma uno di loro, padre Jihad Youssef — le persone potranno trovare uno spazio di calma, silenzio e contemplazione per pregare e meditare».

La testimonianza di suor Deema Fayyad