Grave emergenza umanitaria nel Nord Kivu in un clima di crescente insicurezza

Un pasto e il sogno
di tornare a casa

TOPSHOT - A refugee from the Democratic Republic of Congo (DRC) watis to receive lunch at the ...
18 giugno 2022

Una situazione già precaria, esacerbata dai continui attacchi del gruppo armato M23 e da due anni di pandemia da covid-19, durante i quali sono stati segnalati pure nuovi casi di Ebola. È quella del Nord Kivu, la travagliata provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo, da cui più di 120.000 persone, secondo le Nazioni Unite, sono state costrette a fuggire a causa delle violenze dei ribelli tutsi — sono oltre 120 i gruppi armati attivi nell’est — rifugiandosi in scuole, chiese, presso famiglie in altre zone del Paese africano o nelle nazioni confinanti.

Nella vicina Uganda, al centro di transito per profughi e sfollati di Nyakabande, nel distretto di Kisoro, si ammassano uomini, donne, bambini, anziani. Attendono un pasto e la possibilità di rientrare nelle loro case al di là della frontiera.

L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati ha parlato di situazione «sempre più preoccupante». L’Unicef ha inserito l’instabilità nell’ex Zaire tra le «crisi a cascata» che hanno provocato 37 milioni di bambini sfollati nel mondo. Medici senza frontiere ha avviato cliniche mobili e distribuzioni di acqua e beni di prima necessità nelle località congolesi di Rutshuru e Nyiragongo, in un territorio al collasso che ospita da un anno anche le persone sfollate a causa di un’eruzione vulcanica nell’area di Goma.

Proprio al posto di frontiera del capoluogo del Nord Kivu, ieri si è inasprita la tensione con il Rwanda, che secondo Kinshasa sosterrebbe la ribellione dell’M23. Kigali respinge ogni addebito, ma il presidente congolese, Felix Tshisekedi, ha nuovamente accusato il Rwanda di voler occupare le terre del suo Paese per il controllo delle ricchezze minerarie. Il confine è stato chiuso nelle ore pomeridiane e notturne, dopo che un soldato congolese è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco con le forze rwandesi. Secondo le autorità di Kigali, che la prossima settimana ospiteranno il vertice del Commonwealth, il militare avrebbe sconfinato, innescando la reazione della polizia.

La zona di Goma sarebbe nel mirino dell’M23, che punterebbe alla conquista della città, secondo un rapporto di esperti indipendenti consegnato all’Onu.

Lo studio, basato su interviste a membri del gruppo ribelle, ricorda che lunedì i combattenti hanno conquistato la città di Bunagana, al confine con l’Uganda, programmando di occupare anche altre aree della parte orientale della Repubblica Democratica del Congo per poi «prendere Goma».

Nei giorni scorsi, mentre la Missione delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo (Monusco) si diceva «profondamente preoccupata» per l’aggravarsi delle tensioni, la popolazione di Goma era scesa in piazza, fino a spingersi al confine rwandese, per protestare contro la recrudescenza delle violenze in tutto il Nord Kivu.