La presentazione

La solidarietà come forma
di impegno sociale

 La solidarietà   QUO-135
14 giugno 2022

«Quanti poveri genera l’insensatezza della guerra!»: è il grido contenuto nel messaggio di Papa Francesco per la vi Giornata mondiale dei poveri. Lo ha sottolineato monsignor Rino Fisichella, arcivescovo titolare di Voghenza, durante la conferenza stampa di presentazione del messaggio, svoltasi stamattina, martedì 14 giugno, nella Sala stampa della Santa Sede, alla presenza di monsignor Graham Bell. È fuori dubbio che il testo si concentra «necessariamente sulle tristi vicende che si stanno sperimentando in questi mesi e che terranno ancora intere popolazioni sotto il ricatto della paura e della guerra nelle prossime settimane». A nessuno, ha fatto notare il presule, sfugge l’appello che ogni giorno il Papa «fa sentire al mondo perché si prenda coscienza delle conseguenze che la guerra produce». In primo luogo, quelle più immediate che creano milioni di profughi e «deportazione di migliaia di persone, soprattutto bambini e bambine», che vengono sradicate «dalla loro terra, dalla cultura con le sue tradizioni, e dalla stessa lingua per imporre loro una identità estranea frutto del calcolo e del sopruso». Ci sono poi altre conseguenze che derivano dal «prolungarsi delle guerre che creano forti disagi e sofferenze anche nelle popolazioni che vivono limitrofe e che per la dipendenza delle risorse a livello globale subiscono gli inevitabili disagi e sacrifici».

L’arcivescovo ha sottolineato che Papa Francesco «con il suo stile a cui non manca la parresia, cioè il parlare chiaro senza fare sconti a nessuno, entra direttamente nel cuore della problematica». Il suo pensiero, ha aggiunto, si sviluppa in tre passaggi che permettono di delineare un sentiero di impegno fattivo e di solidarietà responsabile. Il primo è quello di rifiutare ogni forma di «rilassatezza che porta ad assumere comportamenti non coerenti, qual è l’indifferenza nei confronti dei poveri». È un tema che «ritorna spesso nel magistero del Papa perché è una condizione culturale frutto di un esasperato secolarismo che rinchiude le persone all’interno di una muraglia cinese senza più senso di responsabilità sociale, con l’illusione di vivere un’esistenza felice ma di fatto effimera e senza fondamento». Papa Francesco parla del «sonno dell’indifferenza» da cui è necessario «svegliarsi proprio attraverso l’impegno nella carità».

Il secondo passaggio è quello di «assumere la solidarietà come forma di impegno sociale e cristiano». L’analisi in questo orizzonte «non è priva di riferimenti concreti». In questi decenni infatti molti Paesi, «attraverso leggi che hanno incentivato politiche familiari e sostenuto progetti sociali, hanno realizzato delle vere conquiste economiche». È giunto il momento, quindi, della condivisione di questo «patrimonio di sicurezza e stabilità», perché «nessuno abbia a trovarsi nell’indigenza e nella miseria». Una partecipazione responsabile che «abbandona le varie forme di assistenzialismo troppo facile da perseguire e senza vera efficacia per la dignità delle persone». Ciò richiede, ha evidenziato il relatore, «una vigilanza capace di considerare il giusto valore del denaro». Un accenno importante questo perché il Pontefice «si dimostra profondo conoscitore del cuore umano».

Il terzo passaggio, ha detto Fisichella, «diventa propositivo con l’immagine che guiderà i credenti» nella vi Giornata mondiale dei poveri. È la citazione dalla seconda Lettera di Paolo ai cristiani di Corinto: «Gesù Cristo si è fatto povero per voi» (2 Cor 8, 9). Il contesto della Lettera è «quello della raccolta di fondi per sostenere i poveri della comunità di Gerusalemme». I Corinti, che «avevano aderito immediatamente con entusiasmo a questa iniziativa, con il protrarsi del tempo si stancano e diventano meno generosi». Una condizione che si ripete «nel tempo e che manifesta più l’emotività con cui si reagisce davanti alla povertà, che non la responsabilità di una scelta che si rende tangibile in un impegno che non conosce sosta né fatica». La testimonianza dei cristiani, quindi, «ha bisogno di essere sostenuta dall’esempio che Gesù stesso ha donato», ma anche «nell’amore vicendevole che ci fa portare i pesi gli uni degli altri così che nessuno sia abbandonato o escluso».

Occorre «farsi forti dell’esperienza vissuta in questi ultimi due anni che ha permesso a tutti, nessuno escluso, di sperimentare una forma di povertà come la debolezza, il senso del limite, la paura, la mancanza di affetti e tanto altro, per acquisire qualcosa di realmente essenziale per la vita». Papa Francesco afferma in proposito nel messaggio che c’è «una povertà che umilia e uccide, e c’è un’altra povertà, la sua, che libera e rende sereni». La prima si riconosce immediatamente perché «è dinanzi ai nostri occhi nelle forme più disparate». La seconda, al contrario, è quella che «appare paradossale e spesso impensabile da perseguire per il nostro contemporaneo e, tuttavia, è quella che libera». Che questa scelta sia possibile e reale, ha aggiunto l’arcivescovo, Papa Francesco lo mostra con l’esempio di san Charles de Foucauld. Il quale «umanamente non ha visto i frutti che la sua santità ha portato e, tuttavia, è passato alla storia per la sua scelta di essere povero». È da queste pagine, pertanto, che si snoderà l’impegno delle Chiese locali per la celebrazione della vi Giornata mondiale dei poveri che ogni anno «diventa sempre più radicata nel cuore dei cristiani di tutto il mondo con iniziative tra le più svariate, frutto della carità creativa che anima e suscita l’impegno della fede».

Monsignor Fisichella ha ricordato infine alcuni aspetti concreti legati alla prossima Giornata, che si terrà il 13 novembre e sarà sostenuta dall’impegno del Dicastero per l’evangelizzazione nella sezione che per competenza ha la responsabilità di questo appuntamento mondiale. Al centro dell’evento ci sarà la celebrazione eucaristica. Sono state programmate inoltre alcune iniziative nella settimana precedente per sostenere i poveri della diocesi di Roma: anche lo scorso anno, a 5000 famiglie furono distribuite tonnellate di viveri e un kit di medicinali da banco per far fronte alla pandemia. «Questo e tanto altro — ha sottolineato — è stato reso possibile, come ci auguriamo continuerà ad esserlo, perché tante persone hanno raccolto l’invito alla generosità».