Camminare insieme
Il cardinale primate Aguiar Retes sul discernimento sinodale nelle parrocchie

Tre priorità per il Messico

 Tre priorità per il Messico  QUO-133
11 giugno 2022

Il regredire della pandemia ha permesso alle comunità parrocchiali in tutto il Messico di riunirsi negli ultimi mesi per discernere sinodalmente i cammini lungo i quali portare avanti l’evangelizzazione nel paese. Più del 77 per cento dei messicani si riconosce cattolico secondo il censimento del 2020: quasi cento milioni di persone che, in modi diversi, vivono ed esprimono la loro fede in una terra segnata dalla devozione alla Vergine di Guadalupe.

Il cardinale Carlos Aguiar Retes, arcivescovo primate del Messico, precisa che le numerose assemblee parrocchiali hanno insistito sul bisogno urgente di dare un orientamento vocazionale alla pastorale giovanile, rafforzare la cura delle famiglie e promuovere la coscienza della responsabilità sociale. «Va ricordato che, in base ai simboli presenti nella sua immagine, la Madonna si mostra incinta e vuol dire che suo figlio sta per nascere», spiega il porporato. L’arcivescovo di México vede in questo un segno di qualcosa che si sta ancora generando nella Chiesa e anche una sfida per la sua nazione e per tutta l’America Latina, sempre chiamate ad approfondire ulteriormente una fede che deve condurre all’incontro con Gesù. In tal senso, sottolinea il bisogno che il popolo fedele conosca meglio e si lasci interpellare dalla Parola di Dio, suscitando in tal modo l’azione dello Spirito santo. Così lo ha percepito nell’accompagnamento che, insieme ai suoi fratelli vescovi, sta realizzando in tutte le diocesi della nazione, in comunione con Papa Francesco e con la Chiesa, partecipando al Sinodo sulla sinodalità convocato dal Santo Padre per il periodo 2021-2023.

«La sinodalità ci ha fatto scoprire una metodologia e una spiritualità che vanno moltiplicate, trasmesse e calate nelle parrocchie. Credo che ci sia una consapevolezza molto grande da parte dell’episcopato messicano; ciò che ci manca è calarla nelle diverse parrocchie del paese affinché sia espressione della vita dei nostri fedeli», spiega Aguiar Retes. Questo stile pastorale di comunione è un cammino condiviso da tutto il popolo di Dio ed è stato provvidenzialmente favorito, secondo l’arcivescovo primate, dal Proyecto Global de Evangelización, un’iniziativa promossa dalla Conferenza episcopale messicana dopo la visita del Pontefice nel febbraio del 2016, durante la quale ha chiesto a tutti i vescovi un’azione comune.

È così che questo forte tempo di discernimento nell’arcidiocesi di México sta già dando frutti importanti. Oltre alle proposte con cui contribuirà all’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi nel 2023, la Chiesa locale ha ascoltato un gran numero di fedeli e identificato tre grandi priorità per la sua azione evangelizzatrice. La prima riguarda le nuove generazioni e perciò si cerca di dotare la pastorale giovanile di un carattere vocazionale, non solo promuovendo il sacerdozio o l’opzione religiosa, ma anche creando spazi affinché i giovani possano scoprire perché Dio ha donato loro la vita. La seconda è volta al lavoro con le famiglie, tante delle quali «ferite da diversi fattori come la violenza, le dipendenze e le separazioni matrimoniali che ultimamente sono aumentate molto. Ci sono vari fattori di cui dobbiamo occuparci», ha precisato il cardinale. Infine la terza mira a rafforzare la consapevolezza della responsabilità sociale nel Popolo di Dio, fatto di grande rilevanza in un paese segnato dai divari sociali, come pure dall’enorme sfida di accogliere le innumerevoli carovane di migranti che, provenienti dall’America centrale e da Haiti, usano il Messico come corridoio naturale per arrivare negli Stati Uniti. L’emergenza umanitaria che questo genera ha trovato da anni una risposta generosa da parte dei cattolici.

Grazie all’opera di sensibilizzazione che dagli anni ’80 l’Istituto di dottrina sociale cristiana sta realizzando in Messico, oggi l’apostolato degli agenti di pastorale permette che in tutto il territorio funzionino quarantadue case di accoglienza per migranti. «Ciò si sta poco a poco radicando e credo che ci stia aiutando molto a far sì che le nostre istituzioni educative e di servizio sociale prendano coscienza che questo è il migliore esercizio del loro discepolato come fedeli di Gesù Cristo», ha concluso Aguiar Retes.

di Felipe Herrera-Espaliat