Il racconto

Con i profughi ucraini
al confine polacco

 Con i profughi ucraini al confine polacco  QUO-130
08 giugno 2022

Trentaquattro bambini ucraini, tra i 9 mesi e i 18 anni, con dieci educatori, dal 2 aprile sono ospiti in Garfagnana dei 120 volontari delle Misericordie d’Italia che, per nove settimane, si sono alternati a Rzeszów, sul confine tra Ucraina e Polonia.

Ucraini e volontari, ormai amici per la pelle, stamani sono venuti in piazza San Pietro per raccontare a Papa Francesco le loro storie.

«Abbiamo accolto i rifugiati e ci siamo subito accorti che i bambini erano tantissimi» spiegano i responsabili delle Misericordie, che hanno adottato i cosiddetti moduli di pronto intervento disevac (disability evacuation) «per trasferire le persone che non riescono a camminare anzitutto negli ospedali per il primo soccorso e poi in Italia per le cure adeguate».

In accordo con il sindaco di Leopoli, Andrij Sedovy, e con l’arcivescovo di Leopoli dei latini, monsignor Mieczysław Mokrzycki, le Misericordie hanno avviato una collaborazione con Ridni, una fondazione locale che assiste molti bambini, in particolare gli orfani. «Non erano più al sicuro — raccontano i responsabili — e così li abbiamo accolti in un istituto religioso a Fosciandora, in Garfagnana, dove, in attesa di tornare dai loro genitori o comunque nella loro terra, potranno continuare il percorso di crescita scolastica e sociale in un ambiente protetto, anche insieme ad alcune delle loro educatrici e a 9 mediatori culturali ucraini».

Particolarmente significativo l’incontro del Papa con i rappresentanti del Centro nazionale di Cultura del Portogallo, una istituzione di alto livello che riunisce importanti personalità del mondo artistico e universitario. Di valore le ricerche storiche sulla cultura portoghese e in particolare sui rapporti con la Santa Sede. A Francesco hanno portato in dono un fazzoletto di Fátima. Il gruppo era accompagnato dal cardinale José Tolentino de Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa.

Piccola «festa di compleanno» in piazza San Pietro per Angela Murdaci: il Papa le ha fatto gli auguri per i suoi 100 anni. E lei, confida il figlio, si è preparata «con più preghiera del solito» e indossando, teneramente, il vestito più bello.

Quella di stamani è stata anche una udienza “sportiva”. È venuta a presentare a Francesco il pellegrinaggio a Malta, dal 1° al 4 luglio, la squadra di cricket composta da studenti delle Pontificie Università romane. Giocheranno una partita e faranno attività pastorale nell’ambito dell’arcidiocesi maltese, secondo lo stile di Athletica Vaticana. E a proposito di atletica, era presente Joseph Mathias Kovacs, statunitense, due volte campione del mondo di lancio del peso. Sono atleti veri i venti giovani che parteciperanno, nella notte tra sabato 11 e domenica 12 giugno, alla 44ª edizione del Pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, portando la «fiaccola della pace».

«A Dio tutto è possibile» il tema scelto che, spiega monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, «ci rende sempre più consapevoli dell’urgenza di implorare da Dio il dono della pace». All’udienza era presente monsignor Giancarlo Vecerrica, che nel 1978 ha dato inizio a questa esperienza spirituale.

E il giovane ciclista francese Savin Houix ha pedalato sulla sua bici da Nantes fino a Roma per pregare per l’unità dei cristiani: a Francesco ha raccontato questa sua singolare esperienza “ecumenica”.

Con Scholas Occurrentes hanno partecipato all’udienza alcuni atleti della Campania, accompagnati dall’assessore allo sport del comune di Napoli, Emanuela Ferrante, e da Raffaella Masciadri, presidente della Commissione atleti del Coni.

Un abbraccio particolare, inoltre, il Pontefice ha riservato ai rappresentanti dell’Unità pastorale Santa Bertilla Boscardin, di Brendola, nel Vicentino, e ai membri della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche. Sono venuti, spiegano, a dire “grazie” per i continui incoraggiamenti «durante la pandemia, quando gli infermieri non hanno mai lasciato solo nessuno, anche a rischio della propria vita e della propria salute». Parole di incoraggiamento il Papa ha avuto infine per Aigerim Dyussenova, musulmana del Kazakhstan, borsista della Fondazione Nostra Aetate del Dicastero per il dialogo interreligioso.

di Giampaolo Mattei