L’arte

Uomo disperato

 Uomo disperato  QUO-129
07 giugno 2022
Quando la pazzia diventa sinonimo di libertà. Ha 25 anni Gustave Courbet quando realizza Autoritratto (1843-1845), conosciuto anche come Uomo disperato. Si raffigura davanti allo specchio, gli occhi sbarrati, i capelli scarmigliati, la camicia rudemente sgualcita. In quello sguardo carico di una tensione emotiva a stento arginata e rivolto, quasi con accanimento, allo spettatore, si consuma il passaggio dalla realtà alla follia, da un contesto ordinato e retto da uno spirito di equilibrio a una dimensione che aspira a sbarazzarsi di pastoie e limitazioni, nel segno di una perentoria manifestazione della propria interiorità. La fama dell’artista francese è legata alla sua cifra realista: eppure, a un certo momento, si professa stanco di seguire, con rigorosa disciplina, i canoni di un linguaggio pittorico che ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati